26.06.21-17.00 – Interrogazione del Senatore di Fratelli d’Italia Luca Ciriani al Ministro della Giustizia e al Ministro dell’Interno in cui chiede quali iniziative intendano adottare, ciascuno per i propri profili di competenza e con urgenza, per consentire all’Ufficio del Giudice di pace di operare con un organico adeguato alle dimensioni e alla ingente mole di attività da svolgere poiché desta preoccupazione la situazione in cui versa l’operatività del Tribunale di Gorizia, che da anni attraversa una crisi interna dovuta alla endemica e perdurante carenza di organico che ha determinato il rischio di una drastica riduzione dei servizi, se non addirittura di chiusura. In questo contesto di grande difficoltà un elemento ulteriormente aggravante sembra essere caratterizzato dall’impatto che sull’attività giurisdizionale ha determinato dall’apertura, nel dicembre 2019, del Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR) a Gradisca di Isonzo.
La situazione starebbe di fatto divenendo insostenibile: i volumi delle pratiche e procedure alle quali l’Ufficio del Giudice di Pace deve far fronte attualmente si attestano in circa 1100 procedimenti trattati nel 2020 e circa 400 già trattati nell’anno corrente, peraltro, con la necessità di evadere dette procedure nei tempi strettissimi previsti dalla normativa vigente che richiede che l’udienza sia celebrata dal magistrato nel tempo massimo di 48 ore dalla ricezione a mezzo posta elettronica certificata della richiesta di convalida. Tale mole di attività determina la formazione di un flusso continuo e costante di richieste che impegna gli uffici 7 giorni su 7, comprese le festività, con la necessità di fissazione continua di udienze da svolgere necessariamente in presenza.
L’impossibilità dell’Ufficio del Giudice di Pace di rispettare i termini per la celebrazione delle udienze determinerebbe, per gli stranieri che vi permangono temporaneamente e nel caso in cui il provvedimento di convalida del trattenimento non fosse emesso dal magistrato nei termini stabiliti dalla normativa, l’uscita dal Centro di Permanenza per i Rimpatri; inoltre, aggiunge il Senatore, in questo contesto di grandissima difficoltà, non sarebbe possibile procedere, nei tempi previsti dal codice di procedura penale, al tracciamento degli stranieri positivi al Covid-19, con grave rischio per il contenimento del contagio e della salute pubblica