01.07.2021 – 09.00 – Domani, all’interno della Casa della Musica (Piazza Biagio Marin, 2), nel centro storico di Grado, sarà inaugurata la mostra archeologica ed etnografica “Un mare di risorse. Storie di pesca e pescatori nell’Alto Adriatico dall’età romana al Novecento” visitabile gratuitamente fino al 15 agosto tutti i giorni dalle 19 alle 22.30. All’interno della mostra, verrà rappresentato “Un mare di risorse. Lo sfruttamento dell’ambiente marino nell’Alto Adriatico tra archeologia ed etnografia”, evento promosso dall’Associazione Culturale Lacus Timavi di Monfalcone con la collaborazione delle archeologhe Paola Maggi, Renata Merlatti e Gabriella Petrucci e finanziato dalla Regione con cofinanziamento del Comune di Grado.
L’iniziativa nasce da un progetto basato sulla pesca e delle altre forme di sfruttamento delle risorse marine dall’antichità ai giorni nostri. L’intento è quello di valorizzare e divulgare il patrimonio delle conoscenze, dei saperi e delle tradizioni legate a questo tema nell’area adriatica nordorientale mettendone in evidenza specificità, continuità e tratti condivisi tra realtà limitrofe. Importante è anche far conoscere al pubblico un aspetto dell’economia del territorio altoadriatico con un approfondimento a tutte le sue molteplici espressioni, implicazioni, prassi, saperi e seguendone le trasformazioni avvenute dall’antichità ai giorni nostri tra tradizione e innovazione.
Lo spettatore si immergerà nel mondo della pesca e dei suoi valori negli ultimi duemila anni, in un continuo viaggio tra passato e presente. Focus di questo racconto è la zona nordadriatica che, partendo dalle lagune di Marano e Grado, arriva a Pirano ed è caratterizzata da una grande varietà di habitat e paesaggi. Durante l’itinerario si darà notizia della pesca e delle altre forme di utilizzo delle risorse marine del nostro mare in epoca romana e medievale mediante l’esposizione, da un lato di reperti archeologici (resti di pesci e molluschi rinvenuti negli scavi, strumenti, contenitori, ecc.) che ne danno testimonianza diretta, dall’altro di manufatti antichi che documentano iconograficamente gli aspetti legati a quest’attività (mosaici, oggetti d’uso comune e oggetti preziosi quali gemme e ambre). Nello stesso momento, tutti i medesimi oggetti verranno trattati anche per l’età moderna e contemporanea con la presentazione di beni etnografici rappresentati da strumenti, oggetti e fotografie; in questo caso costituiscono una delle “voci narranti” anche alcuni interessanti documenti appartenenti all’Archivio Storico del Comune di Marano Lagunare.
a.b