02.09.21-12.00- Nel 2018, era giunta al Municipio di Monfalcone la richiesta dell’associazione culturale del Centro Culturale Islamico per l’avvio dei lavori per la messa a norma degli spazi per una nuova sede culturale. La proposta era stata fatta per un immobile dichiarato precedentemente inagibile. Il Comune aveva però ritenuto che non vi fossero le condizioni necessarie per l’apertura del centro religioso a causa di incompatibilità tra destinazione d’uso dello stabile e luogo di edificazione; in Italia, infatti, l’Islam non è riconosciuto dall’ordinamento come confessione religiosa e, per tanto, la legge non permette la costruzione di nuove moschee. Dopo una lunga querelle legale che ha visto contrapposte le due parti, nel 2019 una sentenza del TAR, a cui si erano rivolti gli esponenti di ”Baitus Salat”, aveva dato ragione ai titolari dell’immobile, dichiarando illegittimo il blocco dei lavori. Tuttavia, nel 2020, il Consiglio di Stato aveva ribaltato la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale dando invece ragione al Comune di Monfalcone, il quale potrà bloccare ufficialmente i lavori a causa di importanti problemi strutturali.
Nel 2018, va precisato, il centro islamico aveva presentato una scia per ”lavori strutturali”, impegnandosi a realizzare il restauro e a presentare in Comune i documenti necessari per la messa a norma dello stabile. La documentazione, tuttavia, non è mai arrivata e, per questo motivo, il progetto è stato cassato.
Ieri, mercoledì 1 settembre, è arrivata la conferma della sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione al Comune di Monfalcone, andando a riformare la sentenza di primo grado impugnata dal Comune di Monfalcone e respingendo il ricorso del Centro Culturale.
“Abbiamo fatto una verifica puntuale e abbiamo fatto un provvedimento con il quale sono stati fermati i lavori. Quando l’impugnazione del Tar ha dato ragione in maniera plateale al centro culturale ho avuto due giorni difficili in quanto erano stati violati dei diritti importanti per noi. Si parlava addirittura di una valenza ostativa del Comune! dichiara il sindaco Cisint. “Bisogna che tutti rispettino le norme. Non era nella norma organizzare il tutto per far diventare il luogo una moschea..i sotterfugi non vanno bene..bisogna dirlo e sottostare alle norme”.
“La moschea non si farà perchè quel cammino era un cammino corretto. Il Consiglio di Stato ci ha dato infine ragione e ha obbligato il centro culturale ha pagare le spese legali.” “Per noi è una bellissima giornata, abbiamo agito bene.” conclude la Cisint.
m.p.