Ronchi, convegno su tre maestri della fotografia

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Frullani. INDIA-CALCUTTA, Viaggio oro, 1985. Stampa ai sali d’argento

03.12.21-12.20-Domani mattina, sabato 4 dicembre, a Ronchi dei Legionari farà tappa il festival Fotografia Zeropixel in co-organizzazione con il Consorzio Culturale del Monfalconese per una convegno ai “fotografi dell’ombra”: Maurizio Frullani, Roberto Kusterle e Sergio Scabar, autori accomunati dalla loro predilezione per “la materia scura del mondo, la forza oscura delle figure”, ma anche da una comune provenienza e periodo d’attività. Parteciperanno esperti di storia della fotografia, critici, curatori, giornalisti, il fotografo Roberto Kusterle e, per una testimonianza, parenti e colleghi di Frullani e Scabar.

A partire dalle 11.00 si svolgerà all’interno del Consorzio Culturale del Monfalconese/Ecomuseo TERRITORI (Villa Vicentini Miniussi, Piazza dell’Unità, 24), che coorganizza l’incontro. A discutere di questi tre maestri della fotografia stage, teatrale, della scena pazientemente progettata, costruita e fotografata saranno la storica e critica dell’arte Angela Madesani, lo storico del cinema e curatore indipendente Marco Puntin e il giornalista e critico Michele Smargiassi, con l’introduzione di Davide Iannis e Roberto Del Grande, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio Culturale del Monfalconese, gli interventi di Roberto Kusterle, Lucia Comuzzi Scabar, Gianpaolo Cuscunà, Giacomo Frullani, e il coordinamento di Annamaria Castellan.

Appartenente a quella generazione ‘beat’ che ha vissuto la straordinaria apertura culturale degli anni Sessanta, Frullani esplora l’Oriente percorrendo la via della Seta con un van Volkswagen. I suoi reportage di viaggio raccontano di paesi ancora incontaminati come Afghanistan, Yemen, India, dove l’autore raccoglie sguardi e storie degli uomini incontrati e con cui ha cercato sempre un contatto. Roberto Kusterle è invece il fotografo visionario che racconta mondi immaginari, in cui realtà e fantasia si urtano e luoghi e persone ci risultano lucidamente familiari, pur provenendo da un altrove mitico e fiabesco, costruito con sapienza. Per Kusterle ogni fotografia è un processo lungo e faticoso, di cui lo scatto è solo una parte. Prima c’è il pensiero, poi la preparazione del materiale: ogni dettaglio è costruito a tavolino, con una mise en scéne raffinatissima. Kusterle stuzzica i nostri sensi facendo leva su immagini simboliche e allegoriche, immerse in un mondo silenzioso sospeso tra il sogno, la favola e il gioco, in cui il tempo e lo spazio descrivono un altrove. Infine Sergio Scabar, che è il fotografo della sperimentazione continua, del dialogo speciale e intimo con gli oggetti, per cogliere la loro “visibilità muta” nei chiaroscuri, nei giochi geometrici di forme diverse accostate o sovrapposte, alla ricerca dell’armonia, dell’equilibrio assoluto tra spazio e tempo. Nei suoi lavori, scrive Federica Luser, si coglie “il silenzio di luce, come lui stesso definiva le proprie composizioni, il suo dialogo speciale con gli oggetti”.

m.p.