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giovedì, 9 Ottobre 2025

Goffredo, il patriarca che segnò la storia economica di Aquileia

20.08.2022 – 07.01 – Le origini di Goffredo di Hohenstaufen, patriarca di Aquileia, sono ammantate dal mistero, ma un particolare rende la sua figura interessante dal punto di vista della storia economica: fu il primo principe aquileiese a battere moneta incidendovi il proprio nome, pratica che fu ripresa dai successori.
Le prime notizie su di lui risalgono al 1176, anno a cui risale la prima attestazione dell’assunzione della carica di abate di Sesto, mentre l’anno successivo partecipò alla pace di Venezia tra l’imperatore Federico Barbarossa e papa Alessandro III, fatto che indica la sua importanza nel teatro politico dell’epoca. Nel 1182 assunse la guida del patriarcato, proseguendo la linea di collaborazione tra patriarchi di Aquileia e sovrani tedeschi, differenziandosi in questo dal suo predecessore Ulderico che aveva segnato invece un punto di rottura. Il governo di Goffredo fu caratterizzato da una serie di contese territoriali, e il patriarca fu chiamato a evitare lo scoppio di dissidi all’interno del patriarcato (anche a causa delle tensioni col Comune di Treviso, che in varie occasioni era sfociato in guerra aperta). Durante il suo regno, durato sino alla morte nell’ottobre 1194, egli fu il primo dei principi aquileiesi a battere moneta con il proprio nome, probabilmente affidandosi alla zecca di Trieste.

La tradizione di firmare la monete e poi le banconote serviva per comunicare che l’autorità emittente ne certificava il valore in oro e argento, ma qual è il contesto economico in cui si inserisce questa pratica?
Nel basso medioevo i rapporti tra domanda e offerta di moneta mutarono rispetto all’alto medioevo, con una serie di conseguenze. Nell’alto medioevo l’offerta di moneta era bassa perché i metalli scarseggiavano, quindi alla fine del VIII secolo i Carolingi istituirono una riforma che stabiliva la moneta del denarius contenente 1,5g di argento. In questo modo, l’Europa si trovava divisa: nei territori meridionali circolavano anche monete d’oro bizantine e arabe, in quelli settentrionali solo le monete d’argento che erano sufficienti per le ridotte attività di scambio. Dal X secolo, però, l’Europa occidentale crebbe economicamente e il denarius divenne insufficiente: anche se la domanda di moneta cresceva, l’offerta era limitata. Dunque, nacquero nuove monete ed è proprio questo il contesto in cui si considera la pratica introdotta dal principe Goffredo. Certificare il valore delle monete era fondamentale in un’epoca in cui il potere d’acquisto era definito dal quantitativo di metalli preziosi contenuti.

[g.p.]

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