14.3 C
Gorizia
mercoledì, 22 Ottobre 2025

GO!2025, ecco come gli studenti di architettura hanno ridisegnato il territorio e il confine

17.02.2023 – 08.30 – L’imminente arrivo di GO!2025, Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della Cultura, accresce ogni giorno di più la collaborazione tra due Nazioni divenute ormai esempio di multiculturalità, condivisione e integrazione.
A rinnovare ancora una volta questa florida cooperazione è il progetto realizzato dalle facoltà di architettura di Trieste, la cui sede è situata proprio nel capoluogo Isontino, e Lubiana che, coinvolgendo studenti e docenti, hanno ripensato e ridisegnato ambiti territoriali con situazioni critiche, di degrado o di vero e proprio abbandono con l’intento di riqualificarli e di rigenerarli.
Si tratta di un’iniziativa di altissimo livello che, nel corso degli scorsi anni, è riuscita addirittura a fornire alla stessa Gorizia alcuni spunti utili alla programmazione urbanistica della città.
Un successo di questa portata ha pertanto sollecitato gli organizzatori a realizzare una nuova edizione per il 2023, essa sarà quest’anno inevitabilmente collegata al tema del confine, un confine ovviamente rivisitato in chiave GO!2025.
Questa notevole opportunità ha acceso la curiosità e la creatività degli studenti che, per l’occasione, hanno scelto la via dell’innovazione dando vita nei loro progetti a installazioni e padiglioni che, dopo l’evento, potranno essere smantellati e ricollocati in forma diversa a Gorizia e Nova Gorica.
I lavori realizzati dagli studenti sono stati illustrati proprio ieri, 16 febbraio 2023, ai sindaci di Gorizia, Rodolfo Ziberna, e di Nova Gorica, Samo Turel, all’assessore alle politiche universitarie, Chiara Gatta, ai direttori del Gect, Romina Kocina, e di Zavod Go2025, Gorazd Bozic, al presidente dell’Ater Fabio Russiani e al presidente del Consorzio Universitario Sergio Orzan.
A fare gli onori di casa il responsabile del laboratorio, Giovanni Fraziano, insieme ai docenti Adriano Venudo, Thomas Bisiani, Luigi Di Dato, Claudio Meninno e Spela Hudnik della facoltà di Lubiana.
“Il corso di architettura dell’Università di Trieste a Gorizia – ha commentato poi il sindaco Rodolfo Ziberna – sta diventando sempre più attrattivo grazie anche ad iniziative come questa che mettono in luce la possibilità di vivere da vicino un territorio unico e una situazione straordinaria come quella di Gorizia e Nova Gorica, due città molto diverse, una millenaria l’altra nata settant’anni fa, che per decenni sono state divise da un confine e che oggi si riuniscono urbanisticamente. Una sfida che il corso di architettura di Gorizia ha raccolto e sta sviluppando, anche attraverso il laboratorio, con idee e proposte che non guardano solamente alla riconnessione dei territori ma la declinano con una nuova qualità della vita e un’attenzione particolare alla socialità e al dialogo fra le persone. In linea con ciò che rappresenta Go!2025”.
L’idea di realizzare una città in cui le costruzioni siano un tutt’uno con il territorio e i suoi abitanti ha subito conquistato studenti e docenti della facoltà che, con grande caparbietà e impegno, hanno dato vita a opere assolutamente lodevoli.
Dalla Torre luminosa, elemento architettonico capace di gettare fasci di luce sui colli che segnano lo skyline del territorio, al ponte tranfrontaliero, una vera struttura rivoluzionaria che andrebbe a congiungere il territorio “diviso” dalle rotaie ferroviarie per creare una sorta di Borderless Express (uno treno senza confini capace di toccare diverse capitali europee).
Non vanno inoltre dimenticate proposte come la rivisitazione moderna del tipico giardino formale romantico goriziano, opera realizzabile esclusivamente all’interno di un padiglione dedicato, o ancora il ponte sull’Isonzo volto a realizzare una vera e propria piazza sospesa sul fiume.
Dalla casa del tempo libero “Rock pavilion” situata lungo il fiume, ad “A.ME.BO” (Active Metamorphic Border), ovvero un progetto che ha come obiettivo la creazione di un territorio per l’homo ludens, cioè l’uomo in cerca di nuovi stimoli e nuove possibilità di esperienza, il nomade che si sposta libero rifiutando ogni tipo di barriera e itinerario convenzionale.
Grande apprezzamento è stato espresso dai sindaci Ziberna e Turel concordi nell’evidenziare che i lavori degli studenti “hanno colto con originalità e creatività l’unicità del territorio facendo rivivere zone strategiche del confine e trasformandole in nuovi e luoghi di incontro fra le persone. Ancora una volta il laboratorio ha fatto centro e gli spunti emersi saranno sicuramente analizzati dai due Comuni per la loro programmazione urbanistica”.
A queste parole hanno poi fatto eco le dichiarazioni dell’assessore Gatta che, poco dopo, ha sottolineato come “nel corso di architettura di Gorizia non si apprendono solamente nozioni tecniche ma si formano professionisti a 360 gradi, favorendo la loro creatività e facendo uscire la componente artistica per far si che, quando si ritroveranno a disegnare le città, sappiano cogliere la loro anima e farla emergere”.

[a.f.]

Ultime notizie

Dello stesso autore