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sabato, 6 Settembre 2025

Festa della Liberazione, l’anniversario visto con gli occhi della comunità giuliano dalmata

27.04.2023 – 08.30 – L’anniversario della liberazione d’Italia, ricorrenza nota anche come festa della Liberazione, è una festa nazionale della Repubblica Italiana che, in occasione del 25 aprile, celebra appunto la liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Si tratta di un giorno fondamentale per la storia italiana, una ricorrenza che “la comunità giuliano-dalmata vive tuttavia in maniera complessa.” – queste le parole del sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna in occasione di un incontro tenutosi nel Giorno della Ricordo in compagnia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La comunità locale risulta infatti per certi versi “avversa” ad una celebrazione di questo tipo perché se da un lato gran parte della penisola riuscì, una volta concluso il conflitto, ad ottenere la libertà, dall’altro nei territori locali, o comunque a noi vicini come Zara e Fiume, la fine dell’occupazione straniera non segnò il ritorno della libertà, bensì l’inizio di una nuova occupazione di stampo nazionalcomunista.
In quegli anni, nell’estremo nord-est si scatenava infatti una nuova stagione di stragi nelle foibe, si consumavano processi sommari, venivano compiute deportazioni non solo di ex fascisti ma anche di coloro che si opponevano al nascente regime comunista jugoslavo e alle sue mire espansioniste.
Venne così progressivamente a crearsi un nuovo regime del terrore che considerava arbitrariamente ogni italiano un fascista senza valutare minimamente lo sforzo compiuto da migliaia di cittadini contro il regime precedente.

Un popolo che lottò patriotticamente per la libertà e la democrazia, lo fece, soprattutto per quanto riguarda la popolazione giuliano dalmata, dando sfogo all’anima nazionalista cresciuta negli ultimi decenni di oppressione.
Tutti i popoli oppressi, i partigiani giuliani, la Brigata Osoppo nel Friuli orientale e quei soldati italiani che, sorpresi dagli eventi dell’8 settembre 1943 in territorio jugoslavo, scelsero di lottare a fianco dei partigiani titini contro i tedeschi ed i loro collaborazionisti, si unirono dunque in lotta per la libertà.
Dopo l’armistizio, inoltre, anche giuliani, fiumani e dalmati finirono nei campi di prigionia tedeschi come Internati Militari Italiani, portando avanti una resistenza passiva logorante nel corpo e nello spirito. Il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia ebbe le sue diramazioni pure nelle province del confine orientale, luogo in cui centinaia di italiani combatterono la dittatura, ma dovettero anche misurarsi con la risoluta presenza del movimento partigiano comunista jugoslavo, il quale aveva unito alla lotta di liberazione nazionale propositi rivoluzionari dal punto di vista sociale ed istituzionale, nonché mire espansionistiche nei confronti degli Stati confinanti.
L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia si riconosce ovviamente in quei valori che il 25 Aprile intende celebrare, ma non può precludersi la verità.
Risulta infatti doveroso ricordare l’eccidio di Porzus e la connivenza con i nuovi invasori da parte di quei gruppi partigiani comunisti che avevano anteposto l’ideologia declinata nella maniera più spietata ed oppressiva rispetto all’appartenenza nazionale; è indispensabile ricordare inoltre i partigiani italiani, uomini che Tito non impegnò nella liberazione della Venezia Giulia affinché nessuno mettesse in discussione le conquiste compiute dal suo IX Corpus, e il CLN di Trieste, comitato che, dopo aver avuto la meglio nei confronti dei tedeschi il 30 aprile 1945, fu deposto, soltanto un giorno dopo, dai nuovi arrivati jugoslavi interessati a occupare più territorio possibile in vista della conferenza di pace mettendo a tacere tutti gli oppositori.
È importante passare infine attraverso il ricordo per il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Istria, organizzazione attiva nel dopoguerra che fu liquidata dagli apparati della dittatura comunista jugoslava, e i partigiani che, reduci dai campi di concentramento nazisti, dovettero confrontarsi con l’oppressione titoista.
Il 25 Aprile non celebra una vittoria, poiché le mutilazioni territoriali sancite il 10 febbraio 1947 e la catastrofe dell’esodo adriatico dimostrano che l’Italia fu considerata alla stregua di un perdente, bensì la riconquista della libertà, ma allora è necessario specificare che quella libertà non arrivò per tutti gli italiani e che ci furono partigiani che combatterono per instaurare una nuova dittatura liberticida di ispirazione comunista.

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