04.11.2023 – 15.00 – Nel corso della giornata di ieri la città di Monfalcone ha adottato una particolare ordinanza per far forte alle tonnellate di legna giunte sino al litorale a causa del maltempo. Tale ordinanza, sottoscritta proprio dal sindaco Anna Maria Cisint, permette ai cittadini, sotto l’attenta vigilanza della Polizia Locale di Monfalcone, di raccogliere per uso privato parte della suddetta legna.
“Sicurezza e fruibilità gli obiettivi che vogliamo perseguire adottando questa ordinanza”, spiega il sindaco Anna Maria Cisint, “evitando che le legna ammassata sulle coste si riversi in mare con l’alta marea e crei ulteriori disagi e problemi di sicurezza in mare alle imbarcazioni, nonché rendendo le spiagge fruibili ai cittadini: non dimentichiamo che uno dei nostri compiti è quello di assicurare la fruibilità degli spazi pubblici. Inoltre, in questo modo, consentiamo a chiunque lo desideri la raccolta del legno per uso privato, che con l’arrivo del freddo diventa molto utile nell’alimentare stufe e caminetti, sgravando il Comune dai costi dello smaltimento dei materiali”.
Un’ordinanza che, se analizzata in prima istanza, pare dunque essere di duplice vantaggio per cittadini e amministrazione comunale.
L’ordinanza, adottata a seguito del sopralluogo condotto stamane dal sindaco Anna Maria Cisint, alla presenza del vice sindaco Antonio Garritani, dei dirigenti Enrico Englaro e Marco Marmotti, del comandante della Polizia Locale Rudi Bagatto e dal Coordinatore della Protezione Civile Andrea Olivetti, è stata condivisa per le vie brevi con il Comandante della Capitaneria di Porto di Monfalcone Giuseppe Siragusa e con il Prefetto di Gorizia Raffaele Ricciardi.
Valida da oggi, prevede la completa responsabilità, anche verso terzi, della raccolta e del trasporto del legname a carico di chi effettua le operazioni e disciplina le modalità di raccolta ed utilizzo del materiale. La raccolta dovrà infatti essere limitata esclusivamente al materiale ligneo naturale accumulato sulle spiagge, il legname dovrà essere prelevato tal quale, senza essere lavorato o sezionato sul posto, e la raccolta è finalizzata all’uso personale, senza avere alcuno scopo di lucro.
In generale, “possiamo affermare che sino ad oggi il monfalconese ha retto molto bene l’allerta rossa: questa notte non abbiamo avuto alcun problema di allagamento grazie alle vasche di via Colombo e del ponte del brancolo e tutta l’illuminazione pubblica ha tenuto. Ciò grazie alle manutenzioni ordinarie e straordinarie che effettuiamo sul territorio e all’operato dei volontari della Protezione Civile e dei tecnici comunali, che pure questa notte sono stati presenti sul territorio”.
“Abbiamo anche mandato a tutte le associazioni che agiscono sul mare ed ai concessionari un avviso con il quale ci mettiamo a disposizione quale punto di riferimento per la quantificazione dei danni del maltempo, mentre attendiamo le direttive nazionale e regionali” spiega ancora il Sindaco, “rendendoci punto di riferimento per privati, associazioni e imprese”.
Tuttavia, l’ordinanza emanata dal sindaco Cisint ha tuttavia causato polemiche tra alcuni cittadini che, rimarcando i pericoli legati alla combustione del legno pregno di sale marino, si sono detti sfavorevoli a questo provvedimento.
Il rischio ambientale e il possibile danneggiamento delle stufe sono i principali punti sui quali hanno fatto leva le polemiche presenti sui social. Riportiamo probabilmente la più cliccata: “Peccato che nessuno abbia avvertito gli organi regionali e comunali che bruciare legna raccolta sulla spiaggia, dopo aver galleggiato sul mare per un po’ di giorni, non è la stessa cosa che bruciare legna raccolta nei boschi. La differenza sta nel sale di mare che ha intriso il legno e quando il cloruro di sodio viene a contatto di fiamme, si trasforma in acido cloridrico, un potente acido che corrode tutti i metalli, compreso l’acciaio inossidabile. Quindi, chi pensa di riscaldarsi gratis tutto l’inverno con la legna raccolta sulla spiaggia accorcia la vita della propria stufa e delle canne fumarie in metallo.
Peggio farà chi pensa di liberare le spiagge avute in concessione con dei bei falò.
Esiste un’ampia documentazione sul fatto che questa pratica, anche se si usa legna pulita, inquina pesantemente l’aria“.
[a.f.]