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sabato, 6 Settembre 2025

Festival AlienAzioni, Massimo Giletti si racconta a Gorizia

13.11.2023 – 14.00 – Dopo il grande successo riscontrato con le prime tre date del 6° Festival AlienAzioni, appuntamenti che hanno visto protagonisti Selen, il tributo alle sorelle Bertè e la storia del basket goriziano, è arrivato a Gorizia, lo scorso 7 novembre, l’ospite più atteso di questa edizione: Massimo Giletti.

Giletti, giornalista e conduttore torinese classe 1962, è uno dei personaggi più noti e controversi d’Italia che, con il suo stile diretto e provocatorio, ha guidato programmi di successo su La7 come “Non è l’Arena” e “L’Arena”. Un palcoscenico raggiunto dopo una grande gavetta presso diverse testate giornalistiche e un percorso nella Rai.

A una settimana esatta dalla sua intervista, ripercorriamo i punti salienti del suo  appuntamento goriziano, moderato dall’assessore Patrizia Artico, intitolato “Fatti e Misfatti d’Italia”.

La chiusura del programma

Il dialogo tra i due, inaugurato da una breve presentazione a cura dell’assessore comunale alla Cultura Fabrizio Oreti, è partito ovviamente da uno degli argomenti più attesi: la chiusura del programma.
“Hanno chiuso la tua trasmissione, Cairo ha detto ‘succede’” ha sottolineato Artico in maniera provocatoria. “Non succede e non è mai successo – questa la replica di Giletti. “Normalmente i programmi si chiudono quando gli ascolti sono bassi, certamente non è stato il caso di ‘Non è l’Arena’ che faceva in media il 6% di share”.
“Preferisco non voglio rispondere a queste domande, – ha proseguito ancora Giletti – ma aver licenziato le 35 persone che avevo scelto con fiducia è stata di gran lunga la cosa più grave”.

Sul possibile ritorno in RAI

Facendo affidamento all’ipotesi, trattata dal Corriere della Sera, di un nuovo ingresso in Rai e un ritorno al giornalismo d’inchiesta Giletti ha così risposto: “Ciò che si legge sui giornali non sempre è la verità. – ha sottolineato dimostrando grande gratitudine a Urbano Cairo, ‘proprietario’ del Corriere – È possibile tornare, ma bisogna valutare le condizioni. Quando sono stato mandato via dalla Rai mi dissero ‘le inchieste non vanno bene’ suggerendomi di fare varietà. Decisi così di andarmene”.

I 3 anni con la scorta

“Non ebbi paura di andare contro il governo GialloVerde di allora, c’era il ministro Bonafede. Entro in possesso di una circolare particolare, grazie ad essa anche i più grandi criminali potevano andare a casa per via del Covid. In Italia è uscito un soggetto come Zagaria, feci una battaglia per impedirlo”.
“Tutto ciò nasceva da un ricatto preciso. Nelle carceri avviene una ribellione, con sessanta milioni di euro di danni. Tale rivolta venne sospesa dopo poco e i capi vennero mandati a casa”.
“All’interno del carcere il numero uno della mafia affermò cose particolari sul mio conto e da qui nacque il problema – ha ricordato ancora Giletti ripercorrendo i tre anni con la scorta.

La mafia ha ancora ramificazioni in politica? Si sente l’assenza di grandi giornalisti al giorno d’oggi?

“Oggi è cambiato tutto, – ha replicato Giletti alle domande dell’assessore Artico – è tutto difficilmente paragonabile. Ci sono molti ragazzi coraggiosi e sconosciuti che si cimentano, anche per soli €20/30, in pezzi contro la mafia”.

Sui giovani

“Molti giovani non si informano e per questo abbiamo una decadenza a tutti i livelli, giornalismo compreso”.

Stiamo assistendo al “suicidio dell’occidente”?

“In Europa ognuno pensa ai propri interessi, – prosegue Giletti con il suo intervento –  quando è venuto meno il gas ne abbiamo avuto la prova, la finanza gestisce la politica e non viceversa. Prodi un tempo disse: ‘lavoreremo tutti meno e guadagneremo di più’, ad oggi non riusciamo più a investire perché continuiamo a pagare il debito: il capitalismo ha fallito, bisogna prenderne atto finché siamo in tempo.

Anche in politica mancano personaggi di caratura?

“Forse i migliori non vogliono prendersi la responsabilità, c’è sicuramente carenza di leadership“.

Sulle grandi attese del mondo burocratico

“Nessuno vuole eliminare la burocrazia perché c’è chi ne trae indiscutibilmente benefici, tutti i criminali ne approfittano”.

Sul conflitto isrelo – palestinese

“Ciò che fa decisamente paura, aspetto alimentato anche dalla guerra in Israele, è l’antisemitismo. – ha concluso così l’intervento a Gorizia Massimo Giletti – Un problema che deve essere assolutamente risolto con la pace e non con la violenza”.

[a.f.] Massimo Giletti Gorizia

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