15.12.2023 – 12.15 – L’arte come strumento per abbattere campanilismi, tema dalla spiccata influenza nel nostro territorio, e confini, come evidenziato invece dalla valenza della cultura nel ricongiungimento quanto mai saldo tra Gorizia e Nova Gorica. Questo l’ideale alla base mostra inaugurata ieri presso il Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia intitolata “Pittori del Settecento tra Venezia e Impero”, esposizione promossa dall’ERPAC – Servizio Musei e Archivi Storici della Regione Friuli Venezia Giulia, dai Musei Civici di Udine e dai Musei provinciali di Gorizia.
La grande mostra organizzata parallelamente tra due sedi, oltre al Palazzo Attems di Gorizia è coinvolto anche il Castello di Udine (aperto dal 25 novembre 2023 e visitabile sino al 7 aprile 2024), offre ai visitatori, grazie al contributo di un unico catalogo, un panorama sul rapporto quasi osmotico tra due realtà che, almeno dal punto di vista storico, sembravano essere davvero distanti.
Nonostante il Friuli Venezia Giulia sia stato infatti nei secoli conteso dalla Serenissima Repubblica di San Marco e dall’Impero asburgico, gli artisti dell’epoca non subirono la loro forte influenza politica e crearono una collaborazione artistica e un interscambio culturale senza precedenti.
“Nel 1700 a Udine, attorno alla figura del celebre Giambattista Tiepolo, si misero in luce diversi artisti friulani, tra essi Sebastiano Bombelli, Nicola Grassi e Luca Carlevarijs, che operarono a Venezia e, al contempo, mantennero i rapporti con la loro terra d’origine. – ha evidenziato il curatore Vania Gransinigh – Altri artisti veneziani, invece, fecero il percorso inverso affiancando il Tiepolo nel rispondere alle richieste della committenza friulana, tra loro spiccano certamente Gian Antonio Guardi, – presente nel salone principale di Palazzo Attems con la “Madonna con Bambino e Santi” – Giambattista Piazzetta, Gaspare Diziani e Francesco Fontebasso“.
Questo continuo scambio culturale, sociale e, soprattutto, artistico fece diventare Gorizia uno snodo importante per tutti gli artisti veneziani intenzionati ad affermarsi nelle terre imperiali. Proprio per questo, all’interno del percorso espositivo curato Liliana Cargnelutti, Alessandro Quinzi e dal già citato Vania Gransinigh, non mancano riferimenti a Giulio Quaglio o alla famiglia Pacassi.
La crescita artistica di Gorizia portò in seguito, intorno alla metà del secolo, all’affermarsi delle botteghe, una tradizione che, proseguita nell’Ottocento da Francesco Caucig, ebbe i migliori esponenti in Pietro Bainville, Johan Michael Lichtenreit e Antonio Paroli, artista scelto proprio dal Conte Sigismondo Attems Petzenstein per ornare il salone del suo palazzo con gli “Dei dell’Olimpo”, “Alessandro Magno taglia il nodo gordiano” e “Teodorico uccide Odoacre a Ravenna”.
Si venne così a creare a Gorizia un panorama artistico florido alimentato da collezionisti e mecenati, tra questi si ricorda ancora il Conte Sigismondo Attems Petzenstein, il quale scelse il veronese Giambettino Cignaroli per la realizzazione dell’altare di famiglia, e il Conte Livio Lantieri, il quale creò una vera e propria collezione di ritratti a pastello a cura di Francesco Pavona.
L’arte del pastello trovò in particolare riscontro, come spiegato dal co curatore Alessandro Quinzi, a seguito della visita in città dell’imperatore Carlo VI, un vero e proprio evento internazionale che, nel 1728, portò a Gorizia artisti da ogni dove, come l’udinese Francesco Pavona, autore dei 35 ritratti di santi presso il Castello di Riffembergo (la collezione della famiglia Lantieri citata in precedenza), o la veneziana Rosalba Carriera, la “prima pittrice de l’Europa”.
“Gli studi e le ricerche portati a compimento negli ultimi trent’anni hanno dimostrato come la trama di rapporti culturali reciproci tra le diverse aree della Regione siano molto più stratificati e differenziati di quanto non si pensi. – ha aggiunto ancora Alessandro Quinzi – Un intero secolo separa Giulio Quaglio, artista lombardo vissuto a Udine e passato per Gorizia, da Francesco Caucig, nato invece nel capoluogo Isontino e affermatosi nella Vienna dell’epoca. Tra questi due estremi si colloca un contesto variegato e composito di personalità artistiche dalla formazione e dai trascorsi più diversi che contribuirono in maniera determinante alla definizione di una congerie figurativa debitrice tanto dell’arte veneta quanta di quella oltralpina nelle aree territoriali in cui la Regione si suole suddividere”.
A condurre l’inaugurazione in un Salone del Palazzo Attems Petzenstein a dir poco gremito, Raffaella Sgubin, direttrice Servizio Musei e Archivi storici dell’ERPAC, e il curatore Alessandro Quinzi. Intervenuti brevemente anche l’assessore comunale alla Cultura di Udine, Federico Angelo Pirone, e l’assessore alla Cultura di Gorizia Fabrizio Oreti, il quale ha dichiarato: “Questa mostra evidenzia in termini pratici e reali ciò che sta provocando per certi versi la Capitale Europea della Cultura, vedere insieme l’ERPAC e i Comuni di Gorizia e Udine in una esposizione che ripercorre il nostro prezioso valore culturale e storico è davvero una grande soddisfazione. La nostra Regione sta così superando i campanilismi ricordando come la ricchezza di uno è, per certi versi, anche la ricchezza dell’altro“.
“Una mostra come questa, insieme all’esposizione ‘Silva Lapidea’, – ha concluso infine l’assessore Oreti – permetterà ai turisti presenti durante il Natale goriziano di visitare due mostre di grande livello“.
Al termine della presentazione della mostra, organizzata secondo un ordine cronologico e suddivisa nelle varie stanze per creare specifici approfondimenti su un artista, un committente o un determinato periodo storico, è stato possibile assistere a un breve concerto musicale a cura di Marco Fantin e Marta Dilena, musicisti dell’associazione Examina. Il breve concerto inaugurale non sarà tuttavia l’unica attività correlata al percorso espositivo, ma seguiranno per tutta la durata della mostra (da ieri sino al 7 aprile 2024) conferenze, visite guidate e concerti, il primo già nella giornata di domenica.
[a.f.] Gorizia “Pittori del Settecento Gorizia “Pittori del Settecento