22.07.2024 – 15.45 – L’associazione Quarantasettezeroquattro, sodalizio da sempre attivo sul territorio, guarda al grande appuntamento della Capitale Europea della Cultura mettendo in evidenza il percorso, le progettualità e tre nuove produzioni a 15 anni dalla sua costituzione.
Per fare ciò, venerdì 19 luglio presso la Sala Bianca del Municipio di Gorizia, l’associazione ha chiamato a raccolta i partner e sostenitori per esporre le proprie produzioni, da quelle realizzate di recente a quelle ancora in cantiere, incentrate sul tema del “Confine” e fruibili in doppia lingua, italiano e sloveno.
“Oggi presentiamo tre progetti su cui stiamo lavorando da tempo. Uno di questi è già stato completato e messo in scena in occasione di un’anteprima (“Orfana la mia città”), gli altri due sono in fase di realizzazione e debutteranno a breve”, ha spiegato Alessandro Cattunar, presidente di 47|04, in occasione della conferenza stampa.
Un appuntamento al quale erano presenti anche Miriam Paschini e Gioele Peressini, in rappresentanza di Quarantasettezeroquattro, assieme a Fabrizio Oreti, assessore alla Cultura del Comune di Gorizia; Franco Perazza, ex direttore del Centro di salute mentale di Gorizia; Sara Fantin, della cooperativa la Collina; e Kristina Furlan, di Goriški Muzej.
“La nostra realtà nasce nel 2009 con l’obiettivo di promuovere progetti transfrontalieri, la cultura e la conoscenza storica del territorio, attraverso diversi linguaggi, come quelli del teatro, del cinema, ma anche degli audiovisivi e della multimedialità. In questi anni – ha continuato Cattunar – abbiamo lavorato molto in tale direzione, con nuove produzioni, molte attività a livello educativo e culturale. Il 2025 rappresenta, dunque, un punto di arrivo e di svolta che ci consente di dare maggiore slancio a quella che, per noi, è una progettualità di lunga data.
L’avvicinamento alla Capitale ci sta consentendo di raccontare, ancora di più, Gorizia, la sua storia, il territorio, la società, le comunità che vivono in quest’area, attraverso delle nuove produzioni che mescolano i linguaggi artistici. Pensiamo che questi tre lavori rappresentino bene i punti chiave della storia della città per quanto riguarda il suo rapporto con i confini fisici e non. Tre performance che fanno riflettere a fondo sulle radici storiche del capoluogo e sulla sua particolarità, usando, in modo innovativo e interessante, i linguaggi del contemporaneo”.
Attraverso queste performance, infatti, Quarantasettezeroquattro ha raccontato ed è pronta a raccontare le vicende complesse del capoluogo isontino, una città testimone di una storia a tratti tragica e dolorosa e, al contempo, ricca di lingue e culture capaci di coesistere fra loro. Un luogo unico, caratteristica che ha garantito l’ottenimento del titolo di Capitale europea della Cultura, che sarà raccontato attraverso le nuove tecnologie (come in “Gorizia Cold Case”, il cui debutto è previsto per il 28 agosto dalle 16, da giardino Farber, Sinagoga, via Ascoli, nell’ambito della nuova edizione di In\Visible Cities); la danza e la musica (protagoniste di “Brucia, Prigione, Brucia!” in prima assoluta, il 31 agosto, alle 19, al Parco Basaglia, nell’ambito della nuova edizione di In\Visible Cities); o esperienze di “realtà aumentata”, come nel caso di “Orfana la mia città”.
Parte del lavoro di Quarantasettezeroquattro è anche “Esercizi di Rivoluzione” (2022), produzione che fa vivere lo spettatore in un mondo fatto di stimoli testuali e sonori.
“Gorizia e il territorio hanno il dovere di raccontare le tante e diverse ‘storie della storia’ che dimostrano certamente la complessità in merito a ciò che ha segnato la vita di tanti uomini e donne. Contestualmente è una occasione per evidenziare la specificità e unicità di fatti e situazioni che sono avvenuti sulle nostre terre. Queste produzioni permetteranno di evidenziare tutto ciò in un contesto dal respiro internazionale a pochi mesi da Nova Gorica e Gorizia Capitale della Cultura Europea“, ha commentato Fabrizio Oreti, assessore alla cultura del comune di Gorizia.
Franco Perazza, ex direttore del Centro di salute mentale di Gorizia da anni impegnato per la valorizzazione del parco Basaglia, ha ricoperto il ruolo di consulente scientifico per la realizzazione di “Esercizi di rivoluzione” e “Brucia, prigione, brucia”!
“Che il Parco Basaglia sia un giacimento culturale di enorme valore è ormai evidente a tutti. – ha rimarcato proprio Perazza in occasione della conferenza stampo – Luogo simbolo per antonomasia dell’abbattimento di muri, dell’attraversamento dei confini, del superamento dei pregiudizi e della valorizzazione delle diversità. Tuttavia, manca ancora un reale e concreto impegno per riportare la vita nel parco, riconsegnarlo alle persone, farne definitivamente un parco culturale transfrontaliero capace di tenere assieme in modo intelligente le sue molteplici identità: sanitaria, sociale, ambientale, turistica, inclusiva. Prezioso e indispensabile, dunque, per raccontare il parco è l’utilizzo di tutti i linguaggi che il vocabolario dell’arte mette a disposizione, sia nelle sue forme classiche che in quelle più innovative, come fa l’associazione Quarantasettezeroquattro che ringrazio per gli eventi di grande livello artistico e culturale con cui anima il Parco ormai da molti anni”.
Presente alla conferenza anche Sara Fantin, della Cooperativa sociale la Collina. Il lavoro della ricercatrice e archivista ha permesso, grazie al contributo dei colleghi, di riordinare, inventariare e rendere disponibile ai ricercatori l’archivio dell’ex Ospedale psichiatrico, dalla sua fondazione fino al 1978, anno della chiusura e della legge 180: “L’archivio dell’OPP non è solo un tesoro inestimabile per gli storici, esso non è rivolto solo al passato, ma trova anche ripercussioni nel presente. Raccontare un archivio è una sfida, così come trovare le persone giuste che sappiano farlo, ma quando questo accade il nostro lavoro diventa una chiave per aprire porte chiuse da decenni, per viaggiare nel tempo, per riascoltare voci prima mute e, finalmente, dialogare con loro”.
Nell’ottica della Capitale Europea della Cultura, Quarantasettezeroquattro e Goriški muzej hanno avviato un ampio progetto per approfondire la storia dell’area di confine, includendo esposizioni, installazioni, percorsi multimediali e performance interconnessi tra loro. Grazie al lavoro di Kristina Furlan, David Kožuh e Rok Bavčar, Goriški muzej sta infatti collaborando alla realizzazione di “Gorizia cold case”, fornendo consulenza storica e curando la traduzione della performance in sloveno. A tal proposito Kristina Furlan ha precisato: “Anche nel Museo sul confine curato dal Goriški muzej mostriamo ai visitatori come il confine ha influenzato gli abitanti di questa zona, segnando la vita quotidiana delle persone. Siamo felici che, grazie ai progetti ai quali collaboriamo, stiamo ampliando questi contenuti con nuovi modi di raccontare la storia della frontiera, modalità che siano più vicine anche ai giovani, perché è importante che la conoscenza della storia si apra a tutte le generazioni”. produzioni Quarantasettezeroquattro
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