12.11.2024 – 14:30 – Nel maggio del 1924, pochi giorni prima dell’omicidio di Giacomo Matteotti, il Consiglio Comunale di Gorizia conferì la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, un titolo che da allora non è stato più toccato. In vista della centralità che la città assumerà a livello continentale con GO!2025, nelle ultime settimane la minoranza ha promosso una mozione, con prima firmataria la consigliera Eleonora Sartori della lista Noi-Mi-Noaltris-GO, che ne chiedeva la revoca, sulla scorta di una precedente istanza già avanzata una decina d’anni fa dal consigliere Traini.
Ieri, lunedì 11 novembre, la mozione di revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini è stata bocciata dalla maggioranza che ha condiviso – votando liberamente, secondo coscienza – la posizione contraria del sindaco Rodolfo Ziberna, che ha definito pretestuosa la “proposta della sinistra goriziana, che da tempo cerca di minare il percorso di grande coesione e collaborazione tra Nova Gorica e Gorizia in vista della Capitale europea della cultura del prossimo anno”. Accusa rigettata dalla stessa consigliera Eleonora Sartori, che ha negato ogni intenzione polemica verso la maggioranza.
Il sindaco, oltre ad essersi dichiarato antifascista ed aver condannato il fascismo ed il suo fondatore Benito Mussolini, ha ricordato anche la propria amicizia con Matteo Matteotti, figlio di Giacomo, citando poi una lunga serie di sindaci, antifascisti ed autorevoli esponenti della sinistra italiana che hanno espresso ferma contrarietà alla revoca della cittadinanza onoraria con forti argomentazioni. “La storia – ha sostenuto Ziberna – soprattutto le sue pagine più buie e da condannare, non non la si cancella, anzi la si deve far conoscere soprattutto alle nuove generazioni affinché non si ripeta più. Quanto sta accadendo in tutto il mondo rende questo ancor più un obbligo per tutti noi. Cambieremmo forse la storia revocando la cittadinanza? Certamente no!”
“La storia va sempre contestualizzata, diversamente – ha continuato il sindaco Ziberna – dovremmo far cadere la scure della “damnatio memoriae” (con cui nell’antichità si cancellava ogni traccia della persona) su Giulio Cesare, Washington, Jefferson, Voltaire, Nino Bixio e tanti altri, vuoi per gli eccidi, o il loro uso di schiavi o ancora per il loro antisemitismo. Guai se ogni regìme dovesse cercare di riscrivere la storia o modificare la toponomastica cancellando le persone meno vicine al pensiero dominante in quel momento e luogo! Senza dubbio comprendo l’abbattimento di statue o segni riconducibili a dittatori come Mussolini, Hitler, Stalin all’indomani della loro capitolazione, ma appare parimenti strumentale, pretestuoso e fuorviante farlo esattamente un secolo dopo, per giunta a poche settimane dalla Capitale europea della cultura. C’è ancora chi non ha capito che il nostro compito è quello di far conoscere la storia ma anche di scrivere nuove pagine, per superare conflitti, divisioni e rancori e per edificare un futuro per i nostri figli di benessere, pace e progresso.”