18.3 C
Gorizia
sabato, 6 Settembre 2025

Confini, frontiere, limiti. Inaugurata alla Casa del Mutilato la mostra interattiva di Moreno Biasi

29.03.2025 – 11.24 – Da qualche giorno c’è una offerta culturale in più a Gorizia. In un luogo inusuale, quella Casa del Mutilato che vede all’interno opere di Tullio Crali. A tal riguardo, sono già state interessata le scuole della città per offrire gratuitamente una visita agli studenti in quanto si tratta di una mostra con temi quanto mai attuali e sensibili dove lo spettatore agisce attivamente all’interno della medesima.
Il taglio del nastro, affollato di cittadini locali e veneti, ha visto coinvolti il curatore Moreno Biasi assieme al Sindaco Ziberna e l’Assessore alla Cultura, Fabrizio Oreti.
Dopo il successo della prima tappa espositiva in Veneto, nel comune trevigiano di San Biagio di Callalta (gennaio 2025) approda a Gorizia, Città della Cultura 2025: Confini, Frontiere, Limiti, un percorso espositivo interattivo concepito e realizzato sulla scorta di un’esperienza autentica da consumarsi all’interno di uno spazio fisico – la stanza, le stanze- dove il visitatore è chiamato a interrogarsi, a riflettere e a interagire direttamente con le opere.

Una mostra che gode del patrocinio del Comune di Gorizia. Nel merito, l’Assessore alla Cultura, Fabrizio Oreti, ha evidenziato: “L’ho affermato qualche giorno fa, in questo momento Gorizia è anche la capitale delle esposizioni in quanto mai come adesso abbiamo vissuto una ricchezza espositiva sia in termini qualitativi sia in termini di contenuti.
In questo ambito si inserisce la mostra che presenteremo in un luogo inedito della città pieno e ricco di storia che grazie a Moreno Biasi si trasformerà in galleria d’arte”.
Protagonisti assoluti gli scenari della vita contemporanea dominati da geografie e confini mobili, da guerre, da assetti politici, sociali ed economici fluttuanti, incerti e fragili.
Si inizia con il contatto visivo e reale di un muro, al centro della prima sala, simbolo pregnante delle tante linee di separazione della storia passata e presente che hanno diviso e straziato continenti, terre e popoli. 

Ai lati della sala, Moreno Biasi compone un autentico mosaico di ritratti in cui sfilano le effigi di coloro che hanno determinato la costruzione materiale di barriere di filo spinato sulla superficie terrestre. Il segno chiaro, riassuntivo, innervato di declinazioni pop, di un uso cromatico fortemente narrativo, consegna un compendio icastico di volti, di occhi e di caratteri. Ma non ci sono solo sguardi: dalle fessure del muro nella stanza si possono intravvedere sequenze video girate in alcune zone di confine che documentano violenze, soprusi, atti di forza indiscriminati. Nella seconda sala espositiva, un altro muro centrale governa la scena: si tratta di una parete composta da personaggi a figura intera che ricoprono ruoli diversi. Non hanno volto, o meglio: c’è uno specchio che consente allo spettatore di interfacciarsi e di assumere sembianze e posizioni differenti. Perché questo gioco apparente? Lo spiegano i ritratti che circondano la stanza e che ci parlano, a detta del nostro autore, di un’ umanità segnata dal pregiudizio, dalla critica feroce, dalla discriminazione, dallo scherno. Ancora una volta un corollario di personaggi noti e meno noti che alludono però ad altri confini, confini psicologici, culturali, sociali, di genere, di religioni, di lingue, alimentati da pulsioni contrastanti, da ingiuste idee di supremazia. Se può esistere una soluzione o una risposta, questa, a detta dell’artista, risiede principalmente nel rispetto, nell’accettazione dell’altro, nella volontà di accogliere le diversità. Rispetto: parola che indica attenzione, stima, piacere dell’incontro. Ecco allora che l’ingresso alla terza sala espositiva avviene attraverso una porta frangivento che reca scritto “Respect” a suggerire che l’educazione al rispetto è una conquista faticosa che va edificata ogni giorno. Un progetto artistico, questo di Moreno Biasi, davvero interdisciplinare e didattico che piega il gesto pittorico ad una finalità sociale come attesta anche l’ampio e diffuso corredo di note esplicative che accompagnano le opere. 

Segno, colore e forma, insieme a musiche originali appositamente composte, concorrono a porgere occasioni di analisi per la condivisione di un tema, quello dei confini, decisamente attuale e universale destinato ad accompagnare la storia dell’uomo. 

Presentazione di Lorena Gava
Progetto di Moreno Biasi
Coordinamento fotografico e progetto grafico di Giovanni Carlo sartori
Allestimento e coordinamento tecnico di Marco Panontin
Progetto video di Gaudenzio Santarossa
Musiche originali composte da Stefano Barbaresco, Filippo Faggiotto e Moreno Biasi.

La mostra è visitabile dal 22 marzo al 2 giugno 2025
Orari: ven-sab-dom: 10.00 – 12.30 / 16.00 – 19.00
Ingresso Libero

[Moreno Biasi è nato ad Oderzo (TV) dove vive e lavora. Parallelamente all’attività di consulente finanziario, ha frequentato la Facoltà di Psicologia presso l’Università degli Studi di Padova. Da sempre appassionato di disegno e di storia dell’arte, negli anni ha coltivato e sperimentato varie tecniche pittoriche ed espressive. Guidato da un’urgenza comunicativa rivolta ad indagare i rapporti e i comportamenti sociali, recentemente ha ampliato il suo orizzonte narrativo con l’ausilio di installazioni e di performance.]

[c.s]

Ultime notizie

Dello stesso autore