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sabato, 6 Settembre 2025

A Gradisca Primo Maggio di denunce. I sindacati Cgil, Cisl e Uil pretendono sicurezza

29.04.2025 – 16.57 – ‘Sicurezza è la parola chiave di questo Primo Maggio 2025, ed è il tema su cui Cgil (Confederazione generale italiana del lavoro), Cisl (Confederazione italiana sindacati lavoratori) e Uil (Unione italiana del lavoro) chiedono maggiori tutele e garanzie. Come lavorare è un diritto, anche farlo in sicurezza lo è, e in quanto diritti, non sono negoziabili. E su questo punto le Confederazioni mantengono il pugno di ferro, perché non si può accettare che per smuovere qualcosa ‘scatti il morto’: in questi casi l’unica scelta umanamente accettabile è prevenire, e per questo è necessario superare le politiche sbagliate, abrogare le leggi inadeguate e presentarne delle nuove. Il segretario generale Cgil Maurizio Landini definisce la situazione inaccettabile: ‘Siamo di fronte a un modello di fare impresa che uccide. Non si mette al centro la persona, ma si considera la salute e la sicurezza un costo. La competizione viene giocata sulla riduzione dei diritti, sulla logica del maggior ribasso: è un modello e una cultura che va messa in discussione radicalmente’. L’appello concreto per cambiare rotta è il referendum 8 e 9 giugno.

Nel frattempo Cgil si organizza per scendere in piazza il Primo Maggio: nell’Isontino l’evento principale si terrà a Gradisca d’Isonzo, con il raduno alle 10 al parco di piazza Unità, e chiusura alle 12 con il comizio del segretario nazionale confederale Cgil, Giuseppe Gesmundo. Contemporaneamente alle altre manifestazioni in Regione, si vuole ricordare l’importanza della riflessione sulla sicurezza, sugli infortuni e sui morti nel luogo di lavoro, problemi che si registrano sistematicamente a livello nazionale e regionale. In Friuli Venezia Giulia, fra gennaio e febbraio 2025 gli infortuni totali denunciati sono stati 2.527, un aumento del 7,9 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ed è il secondo incremento più significativo in Italia (il primo è il Trentino, con +8,1 per cento). I morti sul lavoro, sempre nei primi due mesi di quest’anno, in Italia sono stati 138 (+16 per cento rispetto al 2024), e anche la nostra Regione piange delle vittime, come il giovanissimo Daniel Tafa, trafitto da due schegge lo scorso 25 marzo a Maniago.

Insieme ai rappresentanti di Cgil, durante il Primo Maggio saranno presenti nelle piazze della Regione le altre due confederazioni Cisl e Uil, di cui ricordiamo le parole dei segretari generali Fvg. Alberto Monticco per Cisl, guarda alla Festa del Lavoro come un’occasione per costruire ‘un ponte di pace sul mondo: vogliamo pensare che il lavoro e i suoi protagonisti, i lavoratori appunto, possano veicolare un messaggio di pace e serenità’. Ampia la critica di Matteo Zorn, segretario generale Uil Fvg, che evidenzia che ‘il governo sembra aver abdicato sui temi della sicurezza sul lavoro, della precarietà e dell’aumento del costo della vita per le persone. Anche quest’anno registriamo troppi infortuni sul lavoro in Friuli Venezia Giulia, e già tre mortali, in un contesto di occupazione quasi piena. Ma di anno in anno continuiamo a chiedere sempre le stesse cose: più ispettori del lavoro, più controlli a campione, una vera ‘patente a punti’ per le aziende (quella introdotta è inefficace), contratti stabili perché quando si è precari non si viene formati’.

Verranno date voce anche alle preoccupazioni sulla situazione politica ed economica internazionale. L’appello è al senso di responsabilità di tutti, dal momento che la destabilizzazione globale sta avendo, e avrà, un forte impatto sul mondo del lavoro. Basti pensare alle recenti politiche dei dazi, che minano le regole del mercato e depauperano la forza lavoro. Presenta il quadro Zorn, di Uil: ‘Non vorremmo che i dazi fossero una nuova scusa per i datori per negare e comprimere i diritti del lavoro. Pensare di sostenere le imprese che fino ad ora registravano margini crescenti (come turismo e grande distribuzione) mentre i loro lavoratori non ne beneficiavano né dal punto di vista della stabilità e qualità del lavoro, né da quello salariale, è di fatto una compressione del lavoro stesso. Così si premia chi crea condizioni per le quali stiamo perdendo un’intera generazione di giovani: non vogliono fare certi lavori, ‘scappano’ all’estero se possono’.

[a.c.]

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