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sabato, 6 Settembre 2025

Cannabis light: in Italia genera due miliardi, forte l’apporto del Friuli Venezia Giulia

14.07.2025 – 10:21  La filiera della Canapa Sativa L. ha in Italia un valore stimato di 2 miliardi di dollari e tra coltivatori, aziende che la trasformano, negozi fisici e virtuali che vendono prodotti come olio di CBD, hashish legale e altri derivati genera almeno ventimila posti di lavoro. Per questo all’approvazione del cosiddetto “Decreto Sicurezza” si è fatto sentire forte anche in regione un fronte “pro-cannabis” sostenuto dai numerosi produttori friulani che saranno costretti a rilocalizzare, così hanno ammesso, se la normativa italiana riguardo al consumo di cannabis light e suoi derivati resterà stringente.

Il mercato italiano dei derivati dalla canapa ha dimensioni paragonabili a quello del vino

L’impatto economico negativo di quanto disposto dal Decreto Sicurezza si comprende meglio se si guarda più nel dettaglio a com’è fatto attualmente il mercato italiano della canapa e ai suoi numeri. Da una serie di attività dirette di coltivazione, lavorazione e vendita, di cui il Friuli Venezia Giulia è protagonista grazie a un nutrito numero di aziende che lavorano con la canapa, provengono oggi introiti per oltre 990 milioni di euro. Altri 970 milioni di euro derivano invece da attività indirette come quelle di consulenza, fornitura di macchinari e materiali agricoli e di altre materie prime. Come accennato l’intera filiera impiega al momento in Italia, ai diversi step, oltre 22 mila lavoratori.

Le dimensioni del mercato del cannabis light in Italia, ha fatto notare la società di consulenza che ha fornito i dati appena elencati, sono di fatto paragonabili a quelle di un mercato da sempre molto rilevante per l’economia Italiana – e, ancora una volta, del Friuli Venezia Giulia – come quello del vino. Anche a livello di prodotto, del resto, non si può non notare una stretta somiglianza tra canapa e vite, soprattutto nello stretto legame che stabiliscono con il territorio.

Come per il vino, così, lo sforzo di produttori e associazioni di settore è stato negli ultimi anni quello di garantire più tracciabilità e trasparenza sull’intera filiera e, a valle, una maggiore qualità dei prodotti finali. Il target principale di questo mercato del resto si conferma anche in Italia un target di consumatori più consapevoli, lo fanno perché li considerano un’alternativa migliore rispetto al tabacco e ai suoi derivati. La meta a cui i soggetti che operano nella filiera aspirano, e forte è stato in questo senso il contributo delle associazioni di settore friulane, è anche per questo giungere a una regolamentazione chiara, strutturata e che offra tutele reali a tutte la parti in causa.

Previsioni difficili da fare quelle sull’andamento del mercato italiano dei prodotti CBD

Il “Decreto Sicurezza” non sembra muoversi in questa direzione e rende difficile, anzi, fare previsioni per il futuro del mercato della cannabis light in Italia. Quelle disponibili, che non fanno i conti con le nuove restrizioni normative, sono largamente positive e partendo dallo stato “pre-decreto” suggeriscono una crescita del mercato sia per quanto riguarda il valore generato e sia soprattutto in termini di nuovi posti di lavoro: se il modello resterà quello attuale di vendita tramite tabaccai, e-commerce e negozi specializzati i prodotti CBD in Italia potranno valere presto ben più di due miliardi di euro.

[ntk]

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