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sabato, 6 Settembre 2025

La realtà aumentata come immaginazione creativa contro la solitudine. Arriva “Contaminazioni Digitali”

08.06.2022 – 08.00 – “Vedere un mondo in un granello di sabbia ed un paradiso in un fiore selvatico, tenere l’infinito nel palmo di una mano e l’eternità in un’ora” (William Blake), è come cogliere il non immediatamente visibile di una città. Un’idea d’immaginazione creativa che soggiace alla base del concetto filosofico di “realtà aumentata” sulla quale si fonda quest’anno il festival urbano Contaminazioni Digitali, organizzato dall’associazione goriziana Quarantasettezeroquattro, e realizzato grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, nonché parte integrante della rete culturale dei festival urbani Intersezioni. Il progetto è il frutto di residenze artistiche immersive ed esplorative nelle aree di Udine, Monfalcone, Cividale, i luoghi della Grande guerra sul Carso, Turriaco e il suo parco dell’Isonzo. Luoghi che verranno narrati attraverso performance teatrali durante le quali registi, drammaturghi, attori e coreografi porteranno alla luce suggestioni nate dallo stretto contatto con il territorio sul tema della solitudine. 

In questo caso, per capire a fondo l’importanza del progetto è bene non scadere nell’equivoco di pensare al concetto di “realtà aumentata” come a un qualcosa di esclusivamente legato alla tecnologia, ma bensì al suo significato originario basato nell’insita capacità dell’uomo di costruire una propria realtà fatta di immagini amplificate. Architetture mentali intimamente collegate ad un vissuto personale ed influenzate dall’inconscio collettivo – quell’insieme di “contenuti psichici che non appartengono ad un individuo, ma ad una società, ad un popolo o alla razza umana in generale” (C.G. Jung) –, in cui proiettare una dimensione individuale alla ricerca di un senso. Aldous Huxley in “Le Porte della percezione” evidenziava che “la mente s’interessa, soprattutto, non di misure e di collocazioni, ma di essere e significato.” Ovvero l’uomo in ogni istante della sua vita ricerca una via di fuga da quella realtà che lo accoglie ad ogni risveglio. Non essendo esseri inerti questa capacità di evadere avviene attraverso una stimolazione inconscia di quelle percezioni sottili che aiutate ed indotte ti aprono porte verso un qualcosa che forse potrebbe passare inosservato. Se volessimo tornare indietro nel tempo sarebbe nell’etimologia della parola del latino medievale virtualis che deriva da virtus cioè virtù, facoltà, potenza, in cui potremmo trovare un primo spunto di riflessione sulla “realtà aumentata” nella sua accezione di forza, potenza, in cui il significato di potenziale indica uno stato del reale aumentato.   

In tal senso la performance teatrale “Piazza della solitudine_Promenade” partendo dall’immagine archetipica della solitudine, metterà in contatto una condizione profondamente intima degli spettatori itineranti con gli spazi urbani della città. Il 10, 11 e 12 giugno nel capoluogo friulano, il pubblico, dotato di cuffie, camminerà fra le vie della città (partenza dal Teatro Palamostre) e sfoglierà mentalmente un album di voci, suoni, frammenti poetici e testimonianze, vivendo un’esperienza individuale e condivisa. Natalie Norma Fella e Giulia Tollis, del collettivo Wundertruppe – che ha prodotto lo spettacolo assieme a Quarantasettezeroquattro e Petit Théâtre du Vieux Noranda (Canada), in collaborazione con Teatro Contatto 40 e La Notte dei lettori 2022 con il sostegno dell’assessorato alla salute e al benessere sociale del Comune di Udine nell’ambito del progetto OMS città sane – accompagneranno il gruppo. Una guiderà il percorso. L’altra apparirà, scomparirà, giocando con i limiti. Per dare la possibilità di vivere un’esperienza totalmente immersiva, sono stati scelti diversi momenti del vissuto cittadino. All’alba (11 e 12 giugno alle 6.30), quando la città è in procinto di svegliarsi, e poche persone la abitano con la loro presenza silenziosa e solitaria; al tramonto (10 e 11 giugno alle 20), quando invece, brulica di passaggi e dentro questa collettività può nascere un senso di solitudine. Durante la performance (80 minuti circa) è vero che si camminerà solitarie e solitari, ma in una sorta di condivisione di gruppo interconnessi dalle stesse suggestioni che prenderanno poi vita propria. Alla fine di ogni tour i partecipanti si ritroveranno in una piazza estemporanea per esprimere un desiderio. «Sono due proposte di orario molto diverse, che possono incontrare esigenze e immaginari differenti. In entrambi i casi si potrà osservare un altro volto della città», hanno spiegato da Wundertruppe.

«Abbiamo svolto diversi incontri con persone over 65 – hanno spiegato – e ognuna ci ha dato testimonianza della propria percezione della solitudine, una condizione che tutte e tutti conosciamo. In molte è però emersa una grande spinta nel ritrovarsi e anche delle strategie efficaci e piacevoli per riuscirci». Piazza della Solitudine è un progetto culturale pensato per mettere in relazione la solitudine personale con diversi aspetti della vita pubblica attraverso gli strumenti dell’arte relazionale e del teatro. A Udine le artiste del collettivo hanno incontrato alcuni ospiti della Residenza I Faggi, socie e soci del Salotto d’Argento e abitanti di Udine che hanno raccolto l’invito a farsi intervistare sul tema, nell’ambito degli appuntamenti dell’iniziativa “Aspettando la Notte dei Lettori”, alla Biblioteca Civica Joppi. Queste azioni sono state sostenute dall’Assessorato alla salute e al benessere sociale del Comune di Udine nell’ambito del progetto OMS città sane.

[l.f]

(Fonti sociologicamente.it, sipsiol.it)

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