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sabato, 6 Settembre 2025

Cade nel pozzo a Gorizia: arrivano le prime condanne e 8 rinvii a giudizio per la morte di Stefano Borghes

08.07.2022 – 07.35 – Nel corso della mattinata di mercoledì 20 luglio 2020 il 13enne Stefano Borghes perde la vita cadendo in un pozzo profondo una trentina di metri circa nel parco Coronini Cronberg di Gorizia mentre stava partecipando ad una sfida amatoriale di orienteering assieme ai compagni del centro estivo.

Davanti al gup Flavia Mangiante, il direttore della Fondazione Coronini, Enrico Graziano, ha concordato una pena di un anno, 11 mesi e 10 giorni con il beneficio della sospensione condizionale e la non menzione, scegliendo, appunto, il rito di patteggiamento. La pena, infatti, risulta essere il cumulo tra l’accusa di omicidio colposo e la violazione delle norme infortunistiche. La richiesta è stata accolta dalla giudice.

Nonostante il rito abbreviato, piuttosto rigide le condanne ai due tecnici responsabili al piano sicurezza, prevenzione e protezione del parco Federico Costadura e Matteo Turcutto. Il primo condannato a 2 anni e 8 mesi, mentre il secondo a 2 anni. I due, inoltre, dovranno versare una provvigionale di 50mila euro alla famiglia di Stefano, con rinvio al giudice civile per la residua quantificazione del risarcimento. Ad entrambi è stata concessa la possibilità di ricorrere in appello.

Infine, rinviati a giudizio ordinario i 6 componenti del Curatorio della Fondazione Marco Menato, Raffaella Sgubin, Maddalena Malni, Maurizio Boaro, Bruno Pascoli e Simonetta Bonomi insieme al sindaco Rodolfo Ziberna in quanto presidente di diritto della Fondazione Coronini Cronberg e l’assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli.

“Non possiamo esprimere soddisfazione – il rammarico di Salvatore Spitaleri, legale di parte civile della famiglia Borghes, al quotidiano locale Il Piccolo –. In un procedimento penale che vede, e che ha visto, la morte di Stefano non gioiamo per una sentenza di condanna. L’impianto del pubblico ministero, cui va il nostro ringraziamento, ha tenuto. E questo primo vaglio è stato importante anche perché ha individuato il tema delle omissioni in materia infortunistica. La famiglia di Stefano, lo ripetiamo, non cerca pene esemplari, ma sicuramente lotta, e lotterà fino in fondo, perché quello che è accaduto a Stefano non possa accadere in questa città e in ogni città del nostro Paese. Per cui non siamo soddisfatti, ma ringraziamo e riconosciamo il lavoro dell’accusa e l’attento esame che il gup ha voluto fare oggi”.

[a.b]

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