19.07.2022 – 07.01 – Si è appena conclusa una vera e propria domenica nera per l’Isontino, il territorio si è difatti reso protagonista di altri disastri ambientali, dovuti probabilmente al gran caldo, prima con l’ennesima secca dell’Isonzo e poi con l’incendio divampato nella zona del Carso.
A farne le spese è ancora una volta la natura e in particolare l’Isonzo che, come già successo lo scorso marzo, ha dovuto far fronte ad un’altra giornata di secca che ha messo a serio rischio l’intero ecosistema fluviale.
La fauna ittica, fortemente ridimensionata a seguito del precedente episodio avvenuto nell’alveo tra le sponde di Gradisca e Sagrado, è riuscita a salvarsi solo grazie all’intervento tempestivo che ha visto protagonisti, sin dal mattino, i volontari dell’Ente Tutela Pesca, il personale del Consorzio di Bonifica Pianura Isontina e gli stessi pescatori.
L’intervento è stato possibile quando, intorno alle 8.30 del mattino, l’ente ha riscontrato grazie a diverse segnalazioni un ingente calo del livello del fiume, 2 centimetri ogni 5 minuti, nel tratto fra Gradisca e Sagrado.
Il rischio di una nuova strage faunistica ha fatto scattare l’immediato intervento di tecnici e volontari per trarre in salvo carpe, cavedani, barbi, siluri e minutaglie su tutti.
L’enorme numero di esemplari, si tratta di quintali di pesci, è poi stato ricollocato nella vasca posta ai piedi dell’ex ponte della Redipuglia Cormons, una delle poche rimaste in questo periodo di forte siccità.
Una volta ultimato questo primo intervento l’Ente Tutela Pesca (alla ricerca di nuovi operatori volontari) e i pescatori hanno manifestato le proprie preoccupazioni e perplessità verso una situazione che sta mettendo letteralmente in ginocchio un intero ecosistema.
A queste dichiarazioni si è associata Legambiente aggiungendo: “La situazione è tragica, potremmo trovarci di fronte al dilemma se veicolare la poca acqua rimasta a Gorizia verso il canale dell’agro cormonese-gradiscano o verso valle”.
Si è esposto nella ricerca di una soluzione anche il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, il quale, firmando il decreto regionale, ha stabilito che per garantire le irrigazioni dei campi si possa derogare al minimo deflusso vitale dell’Isonzo a partire dalla presa di Poggio Terza Armata.
[a.f.]