01.12.2022 – 10.00 – Nel contesto attuale che stiamo vivendo le famiglie devono fare i conti con due temibili nemici: l’inflazione e il carovita. L’inflazione è praticamente una crescita progressiva dei prezzi che, aumentando, fanno perdere di valore la moneta. Con 50 euro oggi, rispetto a qualche tempo fa, è possibile acquistare meno prodotti. Il carovita è fondamentalmente figlio dell’inflazione e consiste in un rialzo generale dei prezzi dei beni, principalmente quelli di più largo consumo. L’inflazione e il carovita sono i risultati della pandemia da Covid-19, che ha rilasciato i suoi effetti a distanza di tempo, e del conflitto tra Russia e Ucraina.
Gli effetti della pandemia e della guerra russo-ucraina hanno coinvolto anche le aziende e le imprese che, pur non potendo intervenire direttamente, possono comunque adottare delle soluzioni per venire incontro ai dipendenti.
L’aumento generale del costo della vita costringe i collaboratori a tagliare le spese superflue, abbassando il loro tenore di vita e quello delle loro famiglie.
Volendo fare un discorso più generale, anche l’economia nazionale ne risente. Sempre più aziende, quindi, stanno adottando strumenti di welfare aziendale, finalizzati a contrastare il carovita e mettere i dipendenti nelle condizioni di poter spendere di più senza intaccare il loro stipendio. Uno degli strumenti più strategici e apprezzati nell’ottica del welfare aziendale è il buono acquisto. Sono ticket, cartacei o digitali, che i dipendenti possono utilizzare per acquistare ciò di cui hanno bisogno senza mettere mano al portafogli.
Questi fringe benefit si fanno apprezzare per la loro flessibilità e versatilità, poiché ogni collaboratore può sfruttarli come ritiene più opportuno presso i negozi e i punti vendita convenzionati online e offline. Perché le aziende dovrebbero sostenere i loro dipendenti senza intaccarne il reddito? Poiché l’aumento generale di beni di prima necessità, come cibo e carburante, limita il potere d’acquisto dei collaboratori e quindi incide anche sul loro umore e sul loro rendimento sul lavoro.
Un dipendente sereno e che può contare su una grande stabilità economica lavora con più tranquillità e lucidità; quindi, risulta più produttivo a beneficio della produttività dell’azienda. Se quel dipendente ritiene di non essere adeguatamente gratificato dall’azienda presso cui lavora, può dimettersi e cercare altrove un’occupazione che lo ripaga meglio e lo valorizza di più. Per evitare questo le imprese devono adottare politiche di welfare aziendale, che comprendano strumenti efficaci come appunto i buoni acquisto, ma anche orari flessibili, smart working e altre tipologie di benefit.
In questo modo i collaboratori, opportunamente motivati, hanno un maggiore potere d’acquisto e sviluppano un maggior senso di fedeltà verso l’azienda, così da lavorare di più e meglio. I buoni acquisto sono vantaggiosi anche per le aziende in chiave fiscale. Non sono considerati compensi in denaro, quindi sono esenti da contributi e non concorrono a formare reddito, permettendo alle imprese di pagare meno tasse.
[n.t.w]