16.02.2023 – 18.00 – “L’Europa sta affrontando una situazione di grande incertezza economico-finanziaria; il conflitto in Ucraina ha provocato l’impennata dei prezzi dell’energia e delle materie prime.
Secondo l’Eurostat l’inflazione nell’area euro ha registrato un incremento annuale del 9,2%.
Dopo aver alzato i tassi d’interesse di 50 punti base a luglio dello scorso anno, la Bce ha deciso di proseguire con costanti rialzi e politiche monetarie di rafforzamento quantitativo.
Queste misure influiranno negativamente rimuovendo liquidità dai mercati finanziari e rendendo le rate sui mutui delle imprese sempre più difficili da sostenere, con un conseguente calo dell’occupazione. L’idea di tenere ad ogni costo l’inflazione al 2% è un obiettivo arbitrario e non necessariamente condivisibile, i cui effetti si riverseranno negativamente sull’economia europea ed in particolare sugli Stati maggiormente indebitati.
La maggior parte delle persone non potrà più accedere al credito e le imprese non saranno più incentivate ad investire. Le misure della BCE per contenere l’inflazione sono del tutto sconsiderate e non tengono conto delle cause reali che hanno determinato l’inflazione. Non servono aumento dei tassi e quantitative tightening, serve semmai distensione dei rapporti con la Russia, al fine di porre rimedio allo shock economico creatosi. Purtroppo potremo valutare i discutibili provvedimenti della BCE solo nel 2024, quando le economie europee si troveranno in recessione.”. Così l’eurodeputato leghista Matteo Gazzini.
[c.s.]