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sabato, 6 Settembre 2025

Marco Bellocchio a Gorizia, una giornata interamente dedicata al celebre regista piacentino

26.07.2023 – 13.30 – La 42° edizione del Premio “Sergio Amidei”, rassegna fortemente danneggiata dai recenti temporali e dalla grandinata capace di lacerare per ben due volte il telo di Piazza Vittoria (aspetto che ha inevitabilmente costretto gli organizzatore a spostare le due serate conclusive all’interno delle sale Kinemax), ha avuto il grande merito di portare a Gorizia uno dei grandi del cinema internazionale: Marco Bellocchio.

Il ricco tributo allo sceneggiatore, sviluppato su tutta la durata della rassegna (da giovedì 20 luglio sino ad oggi), ha avuto il suo climax proprio ieri, martedì 25 luglio, con la consegna del premio all’opera d’autore proprio al regista piacentino.
Poco prima di fare la sua grande apparizione davanti al pubblico, avvenuta alle 18 con l’accompagnamento di Paolo Mereghetti, Marco Bellocchio si è dedicato alla stampa con una  breve intervista presso il Best Western di corso Italia.

“Conobbi Amidei nella casa di Franco Cristaldi, eravamo di due generazioni diverse, ma non ebbi mai l’onore e di collaborarci. – ha esordito Marco Bellocchio omaggiando proprio lo sceneggiatore triestino – Mi affascinava molto il suo modo di raccontare, mi incantava quando parlava del passato e dei colleghi. Era spiritoso e allo stesso tempo collerico, era autorevole ma mai autoritario”.
“Combinava questa sua persuasività (aspetto dettato e accompagnato da questo carattere decisamente forte) a un’oculata razionalità con cui intraprendeva ogni sua scelta o progetto.

Scelte guidate dalla razionalità e allo stesso tempo da un trasporto emotivo, soltanto tematiche personali e coinvolgenti riescono infatti a motivare al meglio uno sceneggiatore, hanno accompagnato anche la longeva carriera del Maestro Bellochio, regista capace di trattare tematiche sempre attuali, alcune valide anche al giorno d’oggi.
Il 6 settembre 2012, ben 11 anni fa, veniva infatti proiettato per la prima volta nelle sale “Bella addormentata”, film drammatico sul tema dell’eutanasia.
“Seguii la tragedia di Eluana Englaro e conobbi il papà che considero un eroe. – ha spiegato il Maestro Bellocchio – Lo considero un eroe perché ebbe la pazienza, la tenacia e il coraggio non di fare azioni di protesta clamorose, ma riuscii, dopo un iter lunghissimo durato ben 17 anni, a ottenere dalla Corte di Cassazione la possibilità di interrompere questa ‘non vita’”.
“Trovai intollerabile e per certi versi indegno il comportamento della maggioranza politica di allora che, in nome di un semplice calcolo, cercò in ogni modo di accelerare l’iter per approvare la legge volta a impedire a quella ragazza di morire in pace. Berlusconi fece ciò non perché ci credesse ma per imbonirsi tutta l’ala cattolica della sua maggioranza che voleva qualcosa in nome di un principio. Questo grande senso di vergogna mi mosse. – ha spiegato ancora il Maestro facendo riferimento alle motivazioni che lo spinsero a girare il film – In una società come quella di oggi, caratterizzata da un numero così disparato di problemi, nessuna fazione politica potrebbe fare una una battaglia del genere in nome di un principio”.

Ha trovato poi spazio nell’intervista un breve cenno alla Masterclass del Maestro Bellocchio, un “luogo sicuro” avente al centro la “libertà”, la libertà di non essere giudicati.
“Nel fare un film metti in gioco te stesso e chi ti circonda in maniera immediata, nel caso della Masterclass il rapporto e il coinvolgimento dei giovani è un modo per crescere in maniera reciproca, un lavoro alla pari”.

Non poteva poi certamente mancare un riferimento a un aspetto tecnico – professionale di profonda attualità, quello legato all’abuso dell’Intelligenza Artificiale. L’innegabile utilità di uno strumento che rappresenta il futuro, si contrappone tuttavia a tutto ciò che rappresenta la creatività e l’estro. In risposta a questo spunto, dettato dallo sciopero intrapreso negli Stati Uniti da attori (avversi all’abuso dell’Intelligenza Artificiale nei processi di Motion Capture) e sceneggiatori (in protesta per la mancata erogazione delle royalty dalle piattaforme streaming), il Maestro Bellocchio ha risposto in maniera cautamente timorosa: “Non ho mai visto i registi italiani fare uno sciopero neanche lontanamente simile a quello degli americani, lì sono tutti fermi ed evidentemente hanno un sindacato molto forte. Dinanzi a nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale risulta difficile fermarsi, anche se questa invasione generale spaventa”.
“Bisogna opporsi senz’altro, – ha concluso infine sul tema Bellocchio – se anche gli americani lo fanno è perché effettivamente ciò rappresenta un pericolo“.

[a.f.]

 

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