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sabato, 6 Settembre 2025

Clima Fvg, l’Arpa monitora gli ultimi 30 anni

19.08.2023 – 09.00 – Si parla molto di clima a livello globale, ma come vanno le cose localmente? Ce lo dice l’Arpa, l’Osservatorio meteorologico regionale, che ha pubblicato un rapporto derivante dal monitoraggio del clima in Friuli Venezia Giulia negli ultimi tre decenni, dal 1991 al 2020. Un’analisi che tiene traccia delle medie e della variabilità di una serie di fattori (temperature, precipitazioni, vento e altro) in un territorio eterogeneo che va dalle spiagge alle vette alpine. Una varietà ambientale e orografica che, spiega il documento, influenza la variabilità climatica a più livelli: sulle coste ad esempio l’azione mitigatrice del mare rende l’escursione termica più ridotta rispetto alle aree interne, mentre le precipitazioni nevose sono ovviamente più abbondanti in montagna. Quanto ai venti è noto che la zona di Trieste e del Carso sia soggetta al fenomeno della Bora proveniente da nord-est.

Cosa dice il rapporto sul clima in Friuli Venezia Giulia? Le temperature più alte si registrano sulle coste, in particolare nel Golfo di Trieste, dove in media si registrano i valori maggiori, mentre calano progressivamente salendo verso le montagne, con lo Zoncolan a detenere il record negativo. Similmente l’area di Trieste è quella che palesa una piovosità minore, con un totale annuo stimato tra i 900 e i 1000 mm, mentre la fascia prealpina è quella più soggetta alle piogge, in particolare nella porzione orientale al confine con la Slovenia. Potrebbe sorprendere invece scoprire che il mese meno piovoso è febbraio, novembre il più “bagnato”. Per quanto riguarda i fenomeni di pioggia intensa a livello giornaliero spiega l’Arpa, mediamente “ogni 20 anni ci si può aspettare livelli di piovosità massima giornaliera di 100-200 mm su costa e pianura e intorno ai 300-400 mm sulla zona prealpina, dove localmente si possono registrare precipitazioni giornaliere di oltre 500 mm”. Anche il numero di giorni piovosi all’interno dell’anno segue un andamento analogo alle precipitazioni, registrando i valori più bassi sulla costa (circa 90 su 365) e i più alti nell’arco prealpino e alpino (tra 115 e 130). I periodi più prolungati senza piogge si riscontrano d’inverno. Discorso opposto per i temporali, che si verificano con più frequenza tra maggio e settembre e per cui il Friuli Venezia Giulia evidenzia valori superiori alle altre regioni del nord Italia. La grandine sembra concentrarsi in particolare su tre zone: Collio, Valli del Natisone e pedemontana pordenonese mentre le nevicate più intense si verificano solitamente sulle Alpi Giulie e sulle Prealpi Carniche dove possono cadere fino a 100-120 cm di neve in 24 ore.

Ora la domanda cruciale: il clima in Friuli Venezia Giulia è cambiato negli ultimi decenni? La risposta è sì. Le elaborazioni climatologiche realizzate da Arpa FVG – OSMER evidenziano nella nostra regione “un sempre più rilevante aumento delle temperature e variazioni nel regime delle precipitazioni”. La temperatura media annuale di 13.5 °C registrata nella pianura friulana nell’ultimo trentennio di riferimento (1991-2020) è ben più elevata rispetto alle medie dei periodi trentennali precedenti e, in generale, rispetto al dato medio del secolo scorso (12.7 °C). L’aumento della temperatura risulta ancora più evidente se si guarda al dato medio degli ultimi 10 anni con un valore di 14 °C. Il riscaldamento di questo ultimo decennio, rispetto al secolo scorso, risulta quindi di 1.3 °C spiega Arpa. Il trend interessa anche il livello medio del mare. Durante il XX secolo il livello medio globale è aumentato alla velocità di 1.5-2.0 mm/anno, ma durante gli ultimi 30 anni l’aumento ha raggiunto circa 3 mm/anno, un dato confermato dalla rilevazioni in FVG.

L’Arpa propone infine due scenari distinti collegati alle emissioni di anidride carbonica. Se il rilascio di CO2 dovesse mantenere il trend di crescita attuale, in Regione si prospetta un futuro con aumenti di temperatura superiori al 15-20%. Diversamente, se le emissioni venissero abbattute come previsto dagli accordi di Parigi, l’aumento delle temperature potrebbe restare entro il +15% in inverno e il +5% in estate.

[m.m]

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