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sabato, 6 Settembre 2025

Imbarcazioni da diporto, nuovo reato per omicidio nautico

23.09.2023 – 09.30 – Le imbarcazioni come le auto, le correnti marine come le strade? Sembra, ad una prima analisi, la conseguenza della nuova legge sul diporto votata dalla Camera dei Deputati che rafforza considerevolmente le pene. In particolare viene introdotto il reato di omicidio nautico e le pene risultano rafforzate per chi guida l’imbarcazione in stato di ebbrezza. Sotto il profilo tecnico la norma approvata dalla Camera ‘adatta’ l’articolo 589 bis del codice penale sul reato di omicidio stradale, allargandolo alla nautica.
La comparazione, evidenziata da molteplici giornali, è con le pene e le aggravanti di chi guida in strada.

Specificatamente la morte a seguito di una violazione delle norme sulla disciplina della navigazione marittima o interna prevede un’ipotesi di omicidio colposo punibile con una reclusione da 2 a 7 anni. E come al volante, la pena peggiora in caso di stato di ebbrezza alcolica o di alterazione psicofisica connessa all’assunzione di droghe; se ciò causa la morte di una persona, la reclusione sale da 8 a 12 anni. Se il conducente dell’imbarcazione non è un professionista, non è un lavoratore impegnato nelle sue mansioni, con un tasso alcolemico superiore a 0,8, ma inferiore a 1,5 grammi, la pena si assesta da 5 a 10 anni.
Naturalmente, come per chi lavora nell’ambito del trasporto su gomma, anche per chi naviga per lavoro, ad esempio alla conduzione d’un peschereccio o di un traghetto, la pena se in stato di ebbrezza o di alterazione è molto più severa, essendo un ‘professionista’. In questi casi è prevista la reclusione da 8 a 12 anni, anche in presenza di un tasso alcolemico basso; ‘non si bene’ sul lavoro, è risaputo. Nel caso di omicidio plurimo od omicidio e lesioni a più persone, la pena sale fino ad un massimo di 18 anni.
Come con le patenti stradali, anche nel caso della nautica la pena sale se la persona non è munita di regolare autorizzazione, se non presenta la patente nautica laddove prescritta; o se navigava con la stessa sospesa o revocata. Inoltre la pena sale, per lesioni gravi e gravissime, in caso di assenza di assicurazione obbligatoria per l’imbarcazione.
Infine, anche nel caso del diporto, è stata inserito l’arresto obbligatorio in flagranza per l’omicidio nautico; non viene applicato solo se il conducente si è fermato nell’immediato, mobilitando i soccorsi o cercando di soccorrere la vittima a propria volta.

Il cambiamento – che riveste un certo interesse per Trieste, essendo una città di mare, con una folta presenza di imbarcazioni da diporto e delicate situazioni al confine con Slovenia e Croazia – è stata introdotta a seguito del drammatico incidente del 19 giugno 2019 nel lago di Garda, al largo di Salò. Nell’occasione due giovani italiani, di 25 e 37 anni, rimasero uccisi a seguito dell’urto con un motoscafo guidato da due turisti cinquantenni di nazionalità tedesca, entrambi fortemente ubriachi.

[m.m]

Zeno Saracino
Zeno Saracinohttps://www.triesteallnews.it
Giornalista pubblicista. Blog personale: https://zenosaracino.blogspot.com/

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