08.05.2024 – 08.00 – Dichiarazioni del sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint: “Continua l’inaccettabile campagna di disinformazione basata sulle false accuse al sindaco di aver proibito l’esercizio della preghiera rimbalzate anche nella rete dei media che operano in uno dei Paesi a impronta integralista, l’Arabia Saudita, e ripresa da Arab News.
Si sta cercando di impressionare l’opinione pubblica sostenendo che a Monfalcone centinaia di persone debbano pregare sul cemento di un parcheggio con la testa chinata a terra. Si vuole in questo modo nascondere la realtà dei provvedimenti assunti per far rispettare la legalità nei centri islamici adibiti a luoghi di culto in assoluto contrasto con le norme urbanistiche e con l’ordine pubblico. Il mio impegno è quello di contrastare l’illegalità e gli atteggiamenti di sottomissione e connivenza che hanno portato in tutta Italia all’espansione e alla diffusione di strutture islamiche al di fuori di ogni controllo e di ogni regola.
E poi, quante e dove sono in Italia le moschee? Chi predica cosa? Cosa succede all’interno di un sistema di “assenza di regole”?
La vicenda di Monfalcone è il paradigma di un processo che viene portato avanti in tutta Italia per imporre la cultura e le regole dell’Islam anche quando sono contrarie alla legge, anziché accettare il principio che chi viene a vivere nel nostro Paese deve adeguarsi al nostro ordinamento. Si ha la pretesa che sia il Comune a dover soddisfare le esigenze dei fedeli di una confessione religiosa per realizzare luoghi di preghiera dotati di tutti i comfort, impianti di amplificazione, acqua corrente, riscaldamento a carico del contribuente e quindi a spese di tutti i cittadini. Oppure si vorrebbe togliere ai nostri ragazzi la possibilità di utilizzare le scuole e le palestre per assegnarle alle esigenze di culto degli islamici. Non ho alcuna intenzione di cedere a queste inaccettabili richieste e per questo continuo a essere il bersaglio di queste campagne di odio violento. Questa nuova campagna diffusa anche nei Paesi musulmani mostra quanto è alta la posta in gioco: da un lato chi vuole dimostrare l’egemonia islamica sul nostro territorio, dall’altro la difesa dei valori del diritto e della democrazia.
Ciò che sta accadendo nelle moschee e nei centri islamici di tutta Italia rappresenta una fonte di pericolosità e di rischio. Sono luoghi di predicazione privi di reale controllo, in cui non si parla in italiano, e per lo più illegali sotto il profilo delle norme urbanistiche. Dobbiamo avere il coraggio di contrastarli ed essere fermi nel far valere i principi dello Stato di diritto italiano”.
[a.a.] false accuse al sindaco Cisint