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sabato, 6 Settembre 2025

Festival del Cambiamento a Gorizia, i momenti salienti dell’ultima giornata

09.05.2024 – 08.30 – Il Festival del Cambiamento 2025 si svolgerà interamente a Gorizia con un evento di alto livello nell’ambito di Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della Cultura 2025: lo ha annunciato in chiusura della due-giorni il presidente della Camera di commercio Venezia Giulia, Antonio Paoletti. Nella seconda giornata del Festival si è parlato della Geopolitica dell’algoritmo e sono stati affrontati vari temi come la sicurezza cibernetica, la privacy, l’informazione e l’evoluzione digitale della diplomazia. Protagoniste sono state le relazioni internazionali e l’Intelligenza artificiale (IA) con un’analisi complessiva sulla loro interazione.

La Camera di commercio Venezia Giulia assieme a The European House – Ambrosetti ha organizzato il Festival con il contributo del Comune di Trieste, della Fondazione CRTrieste, della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, di Alpe Adria Global Intermodal Logistics e con il sostegno di Intesa Sanpaolo. L’evento è stato patrocinato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, da Unioncamere, dal Comune di Gorizia, dall’Università degli Studi di Trieste e dalla Sissa.
“La crescente intersezione tra geopolitica e applicazione della tecnologia degli algoritmi – ha detto Paoletti – è solo la punta dell’iceberg che vede, a monte, la corsa alla supremazia tecnologica tra le principali potenze globali. Queste soluzioni, attraverso l’automazione e l’analisi dei dati, hanno il potere di guidare scelte che ogni giorno impattano sulle vite di milioni di persone. Nel complesso scenario della data economy, è quindi opportuno comprendere non solo quali sono i possibili rischi legati ad un potenziale abuso dell’Intelligenza Artificiale (come minacce di cybersecurity, violazione della privacy, disinformazione e influenza dell’opinione pubblica), ma anche approfondire le opportunità per utilizzare l’IA come strumento a tutela della sicurezza nazionale, della democrazia e per il rafforzamento della collaborazione tra Paesi”.
Pio Parma, senior professional, Area Scenari e Intelligence, The European House-Ambrosetti, ha ricordato che “oggi ormai la geopolitica, le relazioni economiche e politiche tra Paesi, sono più spostate dalla dimensione fisica a quella digitale. Il flusso dei dati, il controllo, gli investimenti su nuove tecnologie digitali sono ormai fattori critici che possono influenzare i giochi di forza tra uno stato e l’altro. In particolar modo è interessante come le grandi potenze globali si stanno rafforzando proprio su questo tema, c’è una corsa oggi al cyber spazio, che è davvero critica nella misura in cui le nuove tecnologie possono essere usate come elemento distintivo di vantaggio o possibile rischio”.
Federico Fubini, vicedirettore del Corriere della Sera, ha evidenziato che “è molto importante cercare di orientare le scelte e le singole forme di cambiamento rispetto alle altre, come le varie aree che stanno cambiando tantissimo nella tecnologia, nella geopolitica, non solo nell’economia, e si influenzano a vicenda, perché gli attori possano essere meglio in grado di orientare le proprie scelte, in modo più consapevole”.
Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha tracciato la situazione del momento ricordando che l’Africa è importante per un Paese industriale come l’Italia ed è ricca di materie prime, terre rare, litio che sono fondamentali per la competitività. È stato evidenziato che l’Italia deve avere un progetto di joint venture in grado di estrarre e trasformare queste risorse naturali in loco per far lavorare personale africano perché è fondamentale lavorare nel continente. Dallo studio presentato oggi emerge uno scontro tecnologico tra i Paesi democratici e quelli autocratici e da parte del ministro è stato rilevato che l’Italia non può rimanere indietro e che la sicurezza cibernetica è fondamentale: i dati hanno un valore inestimabile sia dal punto di vista della sicurezza nazionale che dell’economia, va rinforzata la sicurezza cibernetica.
Il sindaco di Gorizia, nel portare il suo saluto all’evento, ha inteso rilevare l’importanza del termine cambiamento, perché è una parola di straordinaria attualità che necessita di essere limitata o contenuta su alcuni fronti.
Per l’assessore regionale alle Finanze gli studenti e i giovani, protagonisti veri del cambiamento, sono i principali artefici di un patrimonio culturale e scientifico non solo da apprendere, ma da mettere a frutto e da utilizzare con caparbietà e competenza per costruire il proprio futuro e quello dei nostri territori. Le opportunità date dall’intelligenza artificiale sono una sfida anche per le istituzioni per poter offrire servizi sempre più efficienti a vantaggio delle nostre comunità.
Roberto Di Lenarda, rettore dell’Università degli Studi di Trieste, ha detto che “il cambiamento è ormai nel dna della nostra società ed è intelligente governarlo, cavalcarlo e guidarlo. Siamo di fronte a un cambiamento tecnologico epocale, come ce ne sono stati altri, ma con velocità molto diversa. L’università deve essere anche per il suo ruolo formativo, al centro di questi fenomeni. Dobbiamo essere in grado di essere preparati a una sfida che non è più locale ma globale. È un obbligo fondamentale per la società civile e per l’università essere sul pezzo, fare ricerca e contribuire a costruire una competenza diffusa che è lo strumento attraverso il quale il nostro Paese può continuare a crescere”.
Giampiero Massolo, presidente dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, ha detto che “il sovrapporsi delle crisi richiede di dotarsi di strumenti per gestire il cambiamento. Credo sia molto importante, e questo lo acquisiscono soprattutto i giovani, dotare i ragazzi di skill tecnologici che sono ormai assolutamente inevitabili e che devono essere compresi nel loro funzionamento. Reputo che questa sia la strada giusta”.
Federico Ferrazza, direttore di Wired Italia, parlando di intelligenza artificiale, ha riferito che “è una tecnologia che si differenzia da altre presentate negli ultimi anni come rivoluzionarie. È veramente rivoluzionaria e toccherà tutti gli ambiti. Perché accorcia i tempi con cui noi facciamo delle operazioni, e quindi riducendo di molto i tempi ha un impatto molto forte sulla vita delle aziende che riescono a ottimizzare alcuni processi, anche sul mondo del lavoro perché se posso fare determinati compiti più velocemente avrò più tempo libero o più tempo per dedicarmi ad altre attività. In generale tutte le tecnologie che ti consentono di fare tutto in meno tempo, sono rivoluzionarie”.
Sull’intelligenza artificiale si sono concentrati gli interventi di Guido Sanguinetti, coordinatore scientifico Data Science & Artificial Intelligence Sissa, Luca Bortolussi, direttore vicario Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze dell’Università di Trieste e Ivana Bartoletti, global chief privacy officer Wipro India.
Per Bartoletti “l’Intelligenza artificiale offre opportunità incredibili a patto che siamo in grado, come aziende e come società, di amministrarla nel migliore dei modi. Si tratta quindi di farne un uso responsabile. E dobbiamo anche pensare a una governance a livello globale, per aiutarci con rischi e benefici dell’IA”. Sanguinetti ha sottolineato il fatto che “il dato è il re dell’intelligenza artificiale, non capiamo bene come funzionano questi algoritmi, ma i dati danno la forza all’IA. Chi possiede il dato, al momento, sono pochi attori globali ed è una cosa su cui dobbiamo riflettere, perché ha grandi implicazioni sulla vita e sulla politica”. Bortolussi ha riferito che “la leadership nello sviluppo di queste tecnologie è in mano alle big tech, ed è importante che ritorni a una leadership più condivisa anche sul pubblico, l’Europa ha la possibilità di arrivarci, ma deve farlo pensando su larga scala a costruire infrastrutture computazionali, di gestione dei dati e scientifiche”.
A chiusura dell’evento l’interessante contributo dello storico ed economista Giulio Sapelli, intervistato da Piercarlo Fiumanò, giornalista del “Piccolo”, che ha così chiosato: “La prospettiva delle relazioni internazionali ed economiche, nel contesto e alla fine del conflitto di aggressione della Russia all’Ucraina, è che Trieste avrà riclassificato il proprio ruolo, perché dalla guerra usciranno rafforzati enormemente gli Stati Baltici. Quindi, in questo contesto, Trieste non avrà più solo quel ruolo di ponte verso i Balcani, ma diventerà un interprete, se saprà svilupparlo sia dal mare che dalla terra, e da un certo qual punto di vista la centralità di Trieste tornerà ad essere quella di prima”.
[a.a.] Festival del Cambiamento Gorizia Festival del Cambiamento Gorizia Festival del Cambiamento Gorizia

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