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sabato, 6 Settembre 2025

ARPA conferma l’eccellente qualità dell’aria del monfalconese

11.04.2025 –  09:05 – Il Comune di Monfalcone negli ultimi anni si è occupato di intervenire, con ogni strumento disponibile nello svolgimento delle proprie competenze, per migliorare la qualità dell’aria del monfalconese e potenziarne il monitoraggio, ciò allo scopo di controllare nel tempo la situazione e valutare l’efficacia dei vari interventi intrapresi. Recentemente l’Agenzia Regionale per l’ambiente (ARPA FVG) ha illustrato graficamente i dati regionali relativi all’anno 2024 riguardanti le polveri sottili (ossia le PM10). Sebbene non siano ancora disponibili i dati nel dettaglio, emerge che a Monfalcone la qualità dell’aria rispetto a queste polveri sottili risulta ottima, confermando i dati del 2023.

Nel medesimo anno, i dati di ARPA sono disponibili nel dettaglio per tutti i vari inquinanti, per cui è stato possibile, da parte del Comune, rilevare che, in particolare, le concentrazioni medie annuali di particolato PM10 sono estremamente positive; si attestano infatti a 15 µ/m3, ben al di sotto del limite massimo stabilito dalla normativa di settore, pari a 40 µ/m3. Il numero di giornate in cui si è verificato il superamento è rimasto sostanzialmente stabile nell’ultimo quinquennio, con solo 11 giornate di sforamento nel 2023, a fronte delle 35 ammesse. Inoltre, la concentrazione media annuale delle PM10 rispetta anche il più severo valore guida indicato dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità, pari a 20 µ/m3, confermando così l’ottima qualità dell’aria a Monfalcone in termini di polveri sottili.

Per quanto riguarda le polveri ultrasottili, le PM2.5, che sono più penetranti e quindi potenzialmente più dannose per la salute, le concentrazioni medie annue si attestano a 12 µ/m3, rimanendo al di sotto della soglia di legge di 20 µ/m3, con un miglioramento per il 2023 rispetto all’anno 2022. In merito al parametro Ozono, nel 2023, non si sono mai superate le soglie che impongono l’obbligo di informazione, pari a 180 µ/m3, mentre sono state registrate 5 giornate di sforamento, rispetto alle 25 ammesse, dei 120 µ/m3 quale valore limite per la protezione della salute umana.

Per quanto riguarda i metalli pesanti, le concentrazioni di Arsenico (0.3 ng/m3 rispetto alla soglia di 6.00 ng/m3), Cadmio (0.2 ng/m3 con soglia 5.00 ng/m3), Nichel (1.6 ng/m3 con soglia 20 ng/m3) e Piombo (3.5 ng/m3 con soglia 500 ng/m3) risultano abbondantemente al di sotto dei limiti di legge, confermando un quadro rassicurante sotto questo aspetto. È importante sottolineare che queste misurazioni, richieste dall’ufficio Ambiente del Comune di Monfalcone, vengono effettuate esclusivamente nei Comuni di Monfalcone e Udine.

Anche per quanto concerne il gas Radon, un gas cancerogeno riconosciuto come una delle principali cause di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta, i dati pubblicati recentemente da ARPA FVG, attraverso il suo Centro Regionale di Radioprotezione (CRR), escludono Monfalcone dalle città con livelli preoccupanti di questo inquinante, confermando che la nostra città non rientra tra le aree a rischio della Regione.

Tra gli strumenti di controllo della qualità dell’aria introdotti sul territorio il Comune ha ottenuto, nell’ambito del procedimento di rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale a Fincantieri, di far installare, con oneri a carico del cantiere navale, una centralina fissa per il rilevamento in aria di solventi (BTEX: Benzene, Toluene, Etilbenzene e Xileni). È importante sottolineare che questi composti vengono monitorati esclusivamente e in modo continuativo a Monfalcone. Con una campagna di monitoraggio attiva dal 2018. Questo dispositivo permette di controllare le emissioni di solventi, consentendo così di vigilare sia su eventuali aumenti dei valori medi nel tempo, sia sul verificarsi di picchi anomali di concentrazione. Il monitoraggio risulta particolarmente importante, soprattutto considerando il consistente incremento della produzione di navi che si sta concretizzando negli ultimi anni presso il cantiere navale.

Un altro efficace strumento di misurazione dello stato della qualità dell’aria del monfalconese è stato ottenuto dal Comune nell’ambito del riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale della centrale a carbone di A2A Energiefuture SpA. Tra le prescrizioni autorizzative, promosse dal Comune e accolte dall’autorità competente, sono state incluse due campagne annuali (una nella stagione fredda e una nella stagione calda) di analisi dell’aria ambiente tramite deposimetri installati in quattro punti del territorio (via Natisone, Area Verde, Rione Enel, Villaggio ex Solvay). Questi strumenti sono utilizzati per misurare la deposizione di inquinanti atmosferici, con particolare riferimento a metalli pesanti, carbonio elementare ed organico e materiali organici (tra cui gli IPA), tutti inquinanti che il Comune tiene sotto controllo in quanto potenzialmente derivanti da ceneri incombuste.

Le campagne di monitoraggio, eseguite anche dopo la chiusura della centrale a carbone avvenuta nell’aprile 2024, perseguono due obiettivi principali: da un lato, quantificare l’impatto ambientale della centrale attraverso il confronto tra i dati raccolti prima e dopo la sua dismissione, dall’altro, valutare le eventuali modifiche future correlate alle attività industriali.

Inoltre il Comune, sempre alla ricerca di metodi scientificamente validi e avanzati nel controllo dell’inquinamento, ha promosso, già nel 2022, lo svolgimento di uno studio di biomonitoraggio della qualità dell’aria mediante l’impiego di licheni epifiti. La biodiversità delle popolazioni licheniche epifite è considerata un ottimo indicatore dei fenomeni d’inquinamento atmosferico e soprattutto di quelli correlati alla presenza di gas fitotossici come l’anidride solforosa (SOx) e gli ossidi di azoto (NOx), i cui livelli, secondo i dati forniti da ISPRA e dallo studio sui licheni, non risultano mai oltre i limiti di legge. Lo studio ha evidenziato che, in tutte le stazioni monitorate, la qualità dell’aria è stata classificata tra valori associati ad una “naturalità media” a valori associati ad una “naturalità alta”. Il risultato è stato molto positivo, tenuto conto che si partiva da una situazione, riferita all’anno 2014, in cui vi erano aree del territorio molto prossime al “deserto lichenico”, ovvero aree in cui vi era la totale assenza di licheni epifiti, indicando quindi un livello molto alto di inquinamento atmosferico. Questo tipo di monitoraggio andrebbe condotto preferibilmente ogni 4 anni, pertanto è intenzione dell’Amministrazione comunale riproporre questo studio nel 2026 così da valutare gli ulteriori sperati miglioramenti.

Infine il Comune è impegnato anche sul tema dei problemi respiratori causati da allergeni dispersi in aria come i pollini. Per questo motivo, nell’ambito della gestione del verde, in caso di nuove piantumazioni o sostituzione di vecchie piante, viene attentamente valutata la possibilità di inserire specie arboree e arbustive prive o con minima emissione di pollini. Negli scorsi anni sono stati anche realizzati sul territorio comunale due giardini cosiddetti “del Benessere”, progettati secondo il concetto “no pollini”. Iniziative che promuovono la diffusione del concetto di giardino ipoallergenico, rendendo gli spazi verdi accessibili anche a persone allergiche o con disturbi respiratori, contribuendo così a una fruizione più inclusiva del verde urbano.

(cs)

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