17.11.2025 – 15.45 – Collio sloveno: dopo le piogge di novembre si sono attivati numerosi smottamenti e frane, e molte superfici agricole sono state allagate. Le acque alte hanno trascinato via lo strato superficiale di terreno fertile, lasciando sul suolo depositi estesi (ramaglie, ghiaia, pietre, rifiuti…). Si sono registrati ingenti danni economici ai terreni agricoli. “Siamo qui nel nostro vigneto storico. Quindici anni fa avevamo eseguito dei lavori sul terrazzamento: erano stati realizzati drenaggi e tutto era stato fatto correttamente per permettere all’acqua di defluire. Ma quando in un giorno cadono 250–300 mm di pioggia, diventa tutto molto difficile” sono le parole di Marjan Simčič, proprietario dell’omonimo vigneto situato sul Collio sloveno, tra Medana e Plešivo. Qui, a seguito delle pesanti precipitazioni cadute lo scorso novembre, è franato mezzo ettaro di vigne e terrazzamenti. “Questi fenomeni succedono, ma un evento così non lo ricordo: qualche danno c’è sempre, magari cede una banchina, ma così grande non si era mai visto. Di solito i problemi si verificano dove qualcuno ha rifatto i lavori o dove non sono stati eseguiti correttamente”.
Gli esperti e i membri che lavorano al progetto Ero-STOP – Approcci avanzati e sostenibili alla prevenzione dell’erosione del suolo, finanziato dal Programma Interreg VI-A Italia–Slovenia – hanno effettuato un sopralluogo del sito venerdì 5 dicembre, valutando l’entità dei danni, provocati dalla mole di pioggia combinata ad altri fattori come “acque sotterranee e una carente regimazione delle acque sul terreno” che hanno causato “lo scivolamento del suolo e di conseguenza, danni molto, molto ingenti ai vigneti”, spiega Vasja Juretič referente di Kmetijsko gozdarski zavod Nova Gorica. Il gruppo che ha visitato il vigneto fa parte dell’Erosion Control Group (ECG), istituito con il compito di identificare le criticità e le incoerenze nella gestione dei fenomeni erosivi, riconoscere le aree maggiormente soggette a erosione e proporre soluzioni innovative per la riabilitazione dei siti più vulnerabili. Inoltre, il gruppo si impegna a fornire supporto tecnico in caso di eventi estremi tramite la sensibilizzazione dei cittadini, degli agricoltori e delle istituzioni.
La visita degli esperti ha permesso loro di confrontarsi con la realtà della situazione e la resilienza del proprietario, deciso a recuperare la zona nonostante la criticità. “Non saprei nemmeno come portare via tutto quello che è franato. È stato un lavoro enorme realizzare il vigneto com’era prima, e riportarlo alle condizioni originarie sarà certamente molto difficile” continua Simčič. “Questa è una zona molto importante: già in epoca austro-ungarica era classificata come uno dei migliori cru. Ci troviamo nel cuore dei vigneti esposti a nord-est, una posizione che oggi, con il cambiamento climatico, è diventata ancora più preziosa”. Anche Boštjan Pulko, docente dell’Università di Lubiana alla Facoltà di Ingegneria Civile e Geodesia, concorda sulle difficoltà del recupero; sicuramente “impegnativo: si tratta di una frana relativamente profonda, con pendii molto ripidi e un sottosuolo collinare poco stabile. Prima dei lavori di sistemazione sarà necessario effettuare indagini geotecniche”.
Purtroppo, sono molte altre le aree del Collio che hanno registrato crolli e danni di dimensioni impressionanti: il gruppo ECG proseguirà la propria missione di sensibilizzazione, garantendo la conoscenza di rischi e misure preventive, anche a seguito della chiusura del progetto Ero-STOP, prevista per l’aprile 2025.
[a.c.]