17.7 C
Gorizia
sabato, 6 Settembre 2025

Prevenzione suicidio: “A te che soffri, sappi che non sei mai stato solo”

13.06.21-22.00- Nella serata di ieri a Turriaco è stata inaugurata la scultura per ricordare i cari persi per suicidio. Molti i presenti, che hanno ascoltato con commozione delle parole giunte con tutto l’amore dei survivors presenti. Qui si riportano degli estratti della presidente di Telefono Amico, Elisa Peressin, e della survivor Lorena Casasola, sperando possano essere letti da coloro che soffrono e che vorrebbero compiere il gesto estremo, affinché capiscano che ogni giornata può portare nuova luce e speranza ma anche quanto dolore lascerebbero alle spalle di coloro che li amano; estratti che possono per un momento accarezzare, però, anche coloro che sono rimasti senza i propri cari e si sentono privati di un pezzo di cuore.

Elisa Peressin:”Rappresenti la bellezza che è all’interno di ognuno di noi..se prima ti sentivi un albero qualunque, inosservato agli occhi dei tanti, ora sei qui in tutta la tua nuda e intima bellezza, e nessuno potrà più passare oltre, senza voltarsi e guardarti..magari si fermerà accanto a te..l’importante è che tu sia qui..mostra al viandante che ti regalerà la parte sua più profonda, la bellezza che anche lui ha dentro..sii l’amico che ascolta, attento, su una panchina davanti l’Isonzo dall’alba al tramonto”.

Lorenza Casasola: “…il 10 settembre è la giornata mondiale per la prevenzione del suicidio..oggi ,in questo contesto si capisce veramente l’importanza di questa giornata ma nella vita di una persona che non è stata toccata da questo lutto, è una giornata qualunque.

Ci viene insegnato a mangiare sano, come scaricare un’applicazione sui nostri smartphone ma nessuno ci insegna una cosa fondamentale, riconoscere le nostre emozioni, a parlarne e saperle gestire, ma soprattutto dell’importanza di non vergognarsi nel chiedere aiuto, ecco perchè bisogna parlarne! Si parla tanto di prevenzione da malattie, di qualsiasi genere ma poco o niente delle prevenzione al suicidio, Il suicidio esiste! Scusate se sembro troppo diretta ma è la verità.

A subire questo gesto rimangono le famiglie avvolte dal silenzio più assordante. Il silenzio è ciò che rappresenta questo tipo di lutto, quel silenzio che accompagna i nostri cuori riempiendoli di domande.

Ma c’è una cosa che possiamo e dobbiamo fare…perdonare, perdonare loro per averci lasciati nel silenzio e perdonare noi stessi per non aver capito …perdonare e trasformare quel dolore in accettazione, ripeto trasformare non cancellare. L’arte orientale, che rappresenta una meravigliosa metafora del concetto di resilienza, ovvero il Kintsugi. Questa antichissima tecnica consiste nella riparazione di vasellame e stoviglie rotte tramite l’applicazione di lacche mescolate a polveri di metalli preziosi, come oro e argento, da inserire tra le crepe o plasmandoli nella forma del pezzo mancante. Uno dei significati spirituali del Kintsugi sta proprio in questo aspetto: non dobbiamo nascondere le ferite che abbiamo, perché, come guarire da questa ferita spetta a noi: se lasceremo che si sistemi passivamente continuando a soffrire per il dolore provocato, allora avremo una riparazione rudimentale, ma se invece sapremo rialzarci, anche lentamente e facendoci aiutare, lo faremo con l’orgoglio dell’essere riusciti e allora l’l’opera si che sarà a tutti gli effetti una riparazione dorata .

La mail a Telefono Amico e la creazione di questo progetto è stato per me il lavoro più difficile e delicato di trasformazione di una ferita in una cicatrice dorata che sto mostrando a tutti…non sto dicendo che sia facile, ma possibile. Quello che voglio dire è che, se impariamo a far vedere le nostre cicatrici, non solo avremo più cura di noi ,ma diventeremo orgogliosi dell’pera unica in cui queste ci ha trasformati. Il dolore (e il tempo) ci ha reso più sensibili e più empatici verso chi, come noi, è stato ferito.
Abbiamo molto da insegnare a queste persone e le nostre cicatrici sono la migliore delle testimonianze. Ed è per questo che non dobbiamo vergognarcene o nasconderle, perché sono la più grande testimonianza della nostra forza. Quella forza che dobbiamo usare per aiutare gli altri, e questo sarà anche un aiuto a noi stessi, perchè riempirà il nostro cuore!
Ma se il dolore dovesse rimanere ancora così grande…non abbiate vergogna, fatevi aiutare!

Da oggi esisterà un posto dove chi, seduto su queste panchine, si sentirà meno solo!
Un luogo magico che trasmette protezione e serenità. Quest’opera non parlerà solo di chi si è tolto la vita e di noi(sopravissuti/che siamo rimasti) ma …chiunque, guardandola, capirà che siamo tutti opere uniche e insostituibili.

(…)Grazie a tutti per aver dato voce a chi, come noi…sono vittime del silenzio.”

Michela Porta

 

Ultime notizie

Dello stesso autore