02.09.21-15.00– La Guardia di Finanza di Pordenone ha contestato ad un’azienda del loco i reati di violazione della legge sulla movimentazione di materiali di armamento e possibili violazioni della normativa cosiddetta “golden power” che tutela le aziende italiane strategiche. La denuncia riguarda tre manager italianiĀ eĀ tre manager cinesi. L’azienda in questione produce droni militari, aeromobili e veicoli spaziali e fornisce tra l’altro le forze armate italiane. In particolare, la fornitura di droni ĆØ oggetto di un contratto sottoscritto con il ministero della Difesa per le forze armate italiane.
Più precisamente, l’azienda produce sistemi U.A.V.Ā “Unmanned Aerial Vehicle” di tipo militare e certificati per gli standard “stanag”Ā NATOĀ – ed era giĆ stata oggetto di indagine della stessa Gdf di Pordenone per unaĀ presunta violazione dell’embargo internazionale nei confronti dell’IranĀ per una vendita diĀ droni militari. Dalle indagini ĆØ stato accertato che l’azienda nel 2018 ĆØ stata acquistata per il 75% da una societĆ estera di Hong Kong, valutata con un valore delle quote notevolmente rivalutato rispetto a quello nominale. ModalitĆ opache e comunicazioni amministrative tardive hanno fatto emergere sospetti. Gli accertamenti hanno quindi consentito di stabilire che dietro all’acquirente c’erano due societĆ controllate dal governo cinese.
Secondo le indagini “l’acquisto non avrebbe avuto scopi di investimento ma l’acquisizione di know-how tecnologico e militare, che ha spinto a pianificare il trasferimento della struttura produttiva nel polo tecnologico di Wuxi, cittĆ -laboratorio vicina a Shanghai. Operazioni non formalizzate, secondo la Gdf, in atti societari e per le quali non era stata chiesta preventivamente l’autorizzazione ai ministeri italiani competenti.
Le Fiamme gialle hanno inoltre contestato un reato riguardante la temporanea esportazione dalla Cina di un drone militare in occasione di una Fiera a Shanghai.