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sabato, 6 Settembre 2025

Gorizia2025, l’incontro tra Mattarella e Pahor. Zanin: “Giornata storica”.

22.10.21-11.30-I presidenti Mattarella e Pahor sono stati accolti a Gorizia/Nova Gorica ieri, 21 ottobre, per dare il via alle celebrazioni lungo il cammino che porterà al battesimo della doppia Capitale europea della cultura 2025. Le cerimonia è stata restrittiva a Gorizia in quanto il Quirinale ha voluto limitare la presenza del pubblico, bloccando anche varie vie cittadine. Diversa la situazione a Nova Gorica, invece, dove i due presidenti sono stati accolti da bandierine e scolaresche. Il momento celebrativo si è svolto nella piazza della Transalpina, ubicata al centro della linea di confine tra le due città e cuore della visita ufficiale, dove i due Presidenti hanno pronunciato i loro discorsi ufficiali, presenti anche i sindaci di Gorizia Rodolfo Ziberna e di Nova Gorica Klemen Miklavic, il presidente del Consiglio del Friuli Venezia Giulia Piero Mauro Zanin oltre a numerose autorità.

Il presidente Mattarella ha affermato “Costruire una memoria condivisa vuol dire accettare le responsabilità, ripercorrere la storia affrontando con rispetto, con approccio rigoroso e scientifico le vicende dolorose patite dalle popolazioni di queste terre. (…) Il processo di integrazione continentale non sarà completo fino a quando i paesi dei Balcani occidentali non potranno condividere tutti la nostra stessa prospettiva. Per storia, per cultura, per valori, essi sono parte costitutiva dell’Europa, che è culla del loro passato e orizzonte del loro futuro”. Un appello quindi ai 27 stati membri in questa direzione e agli stessi stati balcanici affinché non demordano: “Gorizia e Nova Gorica saranno la vetrina dell’autentico spirito europeo”.

Nel ricevere la più alta onoreficenza della Repubblica di Slovenia, Mattarella ha espresso un sentimento di riconoscenza sottolineando come esso rappresenti un attestato dell’amicizia con il Presidente Pahor. Quest’ultimo ha rimarcato come l’amicizia la prosperità e l’unificazione di Nova Gorica e Gorizia siano frutto dell’idea europea e della determinazione di entrambi i Paesi per il cammino europeo. Mattarella: “Il confine tra Italia e Slovenia, da frontiera di divisione, si trasforma in elemento di raccordo e di collaborazione, punto di incontro e di aggregazione capace di generare nuove idee, di essere moltiplicatore di iniziative, di far crescere insieme.”

Il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga si esprime così dopo la visita:” Le parole del nostro Presidente Sergio Mattarella fanno capire che Nova Gorica e Gorizia nel 2025 non saranno solo la Capitale della cultura ma rappresenteranno lo spirito della capitale europea. Per la prima vota due città, una italiana e l’altra slovena, diventano un unico territorio. È un evento di carattere europeo che rimarrà nella storia del continente”. “Essere cittadini del Friuli Venezia Giulia e della Slovenia” -conclude Fedriga – “non significa solo avere una candidatura comune per la Capitale europea della cultura ma significa essere stati la prima Regione a riconoscere lo Stato sloveno, avere due città che si chiamano nello stesso modo, avere l’unica piazza europea divisa a metà e un candidatura Unesco del Brda-Collio; significa anche avere due Capi di Stato che si stringono la mano”.

“Una giornata storica. Memorabile non solo per le città di Gorizia e di Nova Gorica, ma per l’intero Friuli Venezia Giulia e anche per i due Paesi direttamente coinvolti, Italia e Slovenia”. Lo ha evidenziato il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin.

Igor Gabrovec (SSk), esponente della minoranza slovena commenta: “Borut Pahor e Sergio Mattarella passeranno alla storia come i due presidenti che hanno saputo stringersi la mano esprimendo condivisione nei luoghi che per tutto il secolo scorso avevano simboleggiato scontro, divisione e dolore. A Basovizza presso i due monumenti un anno fa e a Gorizia-Nova Gorica oggi. Hanno contribuito in modo decisivo a spegnere le fiamme della furia fascista che avvolsero il Narodni dom nel 1920 e che oggi viene restituito alla comunità che lo aveva sognato, costruito e perso.

m.p.

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