29.11.21-08.40-Giovedì scorso, 25 novembre, a Romans si è tenuto lo spettacolo “Silenzio-monologo per bambola e attrice” di e con Elisa Menon. Con l’occasione si è introdotto l’argomento, quello della violenza sulla donne, con i vari rappresentanti presenti. Tra essi, il sindaco di Romans, Michele Calligaris e l’assessore Verdiana Verzegnassi, i quali hanno voluto sottolineare come, nella maggior parte dei casi, le donne vittime di violenze vengono giudicate, e quanto ciò risulta poi limitante nel chiedere aiuto. Si è poi parlato dell’importanza dell’educazione, che fin da piccoli risulta fondamentale. Presente anche la portavoce dell’associazione Auser che ha sottolineato un tipo di violenza ancora sottovalutata e che può causare altrettanti danni e fragilità psicologiche, ovvero quella verbale.
I tipi di violenza si distinguono in una vasta gamma: fisica, psicologica e verbale, sessuale, domestica, economica, assistita, stalking e mobbing.
Si è menzionato un grande traguardo, avvenuto con la ratificazione nel nostro paese, nel 2013, della Convenzione di Istanbul, primo strumento giuridicamente vincolante volto a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne contro ogni violenza.
Due rappresentanti dei Carabinieri di Romans sono intervenuti per dare sostegno: “Più che parlare, siamo qui per ascoltare. L’ufficio è sempre aperto; se non è aperto c’è la citofonica dove uno si può rivolgere 24 ore su 24. Dobbiamo sostanzialmente denunciare perché oggi la situazione è cambiata molto, si sono fatti molti passi avanti ma manca la conoscenza dei fatti…quindi l’invito è non aver paura di denunciare”.
Infine, la responsabile dell’associazione da donna a DONNA di Ronchi ha sottolineato come “ben una donna su tre che si rivolge ai centri è senza reddito” e di come la violenza si basi spesso anche sulla sottomissione economica. Il piano per aiutare le donne ed in contrasto della violenza di genere, sostanzialmente, si basa sulle famose ‘4 P’ ovvero:
- Protezione, le donne devono essere consapevoli che possono essere aiutate ed è per questo che sono nati i centri;
- Prevenzione, dev’essere fatto un grande lavoro con le nuove generazioni, con le scuole e dovunque ci sia cultura perché è e rimane un problema culturale di fondo;
- Pena, ovvero la certezza della pena in quanto sono stati fatti tantissimi passi avanti in questi anni. Ad esempio, entro tre giorni le procure devono ascoltare le donne.
- Politiche integrate, che mirano a produrre effetti di integrazione e sostegno concreto.
In aula parlamentare, il 22 novembre la ministra Elena Bonetti ha discusso la mozione -che verrà votata in seguito- contro la violenza sulle donne in un’aula praticamente vuota (erano presenti 8 su 630 rappresentanti) ricordando che “sono 108 le donne vittime di femminicidio quest’anno”. Sono più di 20.000 all’anno, infine, gli accessi ai centri antiviolenza.
m.p.
Foto: Michela Porta