17.7 C
Gorizia
sabato, 6 Settembre 2025

Rapporto madre-figlia in adolescenza, come cambia?

06.02.2022 – 09.00 – Con l’arrivo del Coronavirus il mondo è cambiato e, con esso, anche noi. Catapultati da un giorno all’altro nell’emergenza, abbiamo dovuto forzatamente rimettere in discussione le nostre vite e le nostre certezze. Per cercare di dare risposta a quelle che sono le preoccupazioni, i dubbi e le domande dei lettori, Trieste.news ha deciso di ospitare una nuova rubrica a cura dell’équipe dell’associazione Telemaco di Trieste: l’obiettivo è quello di creare un luogo di accoglimento delle paure, delle incertezze e delle angosce. Un modo, in questo tempo di fatica e incognite, per essere vicini alla cittadinanza, per poter dare ascolto alle difficoltà e articolare delle risposte non normative ma che possano stimolare nuove domande.
Domanda: Salve, sono una mamma di una ragazzina di 15 anni. Io e lei abbiamo sempre avuto un legame molto stretto, soprattutto dopo la separazione dal mio ex marito. Nell’ultimo anno però qualcosa è cambiato nel nostro rapporto, non fa che rispondermi male, mentre prima mi confidava tutto, ora non mi racconta più niente. So che è normale che lei preferisca parlare con la sua amica del cuore che con me, ma ci soffro lo stesso, non so quanto insistere affinchè mi racconti le cose o se sia meglio lasciar stare.

Risponde Stefania Pertoldi per Telemaco Trieste: Cara M., la ringrazio per la domanda che ci ha posto. Credo che ogni madre, o quasi, possa riconoscersi nelle sue parole. Sua figlia è entrata a piè pari nell’adolescenza, momento in cui si è chiamati a un compito molto importante: trovare un proprio posto nel mondo, al di là delle definizioni e delle aspettative dei genitori. Per farlo l’adolescente ha bisogno di uscire un po’ dalla scena familiare a favore del gruppo di pari. È un momento in cui i ragazzi si possono sentire smarriti e confusi. Una psicanalista francese che si chiama Francoise Dolto, per parlare dell’adolescente usa la metafora del gambero: l’adolescente è in fondo un gambero che sta cambiando guscio. Dal momento in cui lascia il guscio vecchio, fino al momento in cui forma quello nuovo, il gambero attraversa un momento di fragilità.
Nel gruppo di amici rispetto ai genitori, l’adolescente trova qualcuno che sta affrontando la stessa trasformazione, trova confronto, è li che può sbirciare come se la cavano gli altri. È nel gruppo che trova le risposte su chi è e su come vorrebbe essere.
Ciò che vorrei mettere in luce però è la particolarità del rapporto madre-figlia e del rapporto fra donne. Tra madre e figlia c’è una prossimità particolare data dall’appartenenza allo stesso sesso.
L’adolescenza non è solo trovare il proprio posto simbolico nel mondo, ma è prima di tutto esperienza del corpo che cambia, del corpo che diventa sessuato. Ogni adolescente fa i conti col proprio corpo, ma per le ragazze questo può essere spesso più problematico. Il rapporto che le donne hanno con il proprio corpo e con la propria immagine è spesso caratterizzato da una difficoltà in più. Ognuna è chiamata a costruire il proprio modo di essere donna, ma la strada è lunga e tutt’altro che in discesa. A tal proposito giocano un ruolo fondamentale le altre donne, quelle in cui specchiarsi, quelle con cui confrontarsi, quelle da imitare e da copiare, quelle odiate e quelle amate. Ahimè, ogni ragazza attraversa un momento in cui prova un profondo senso di delusione nei confronti della propria madre, per il fatto che nemmeno lei custodisce il segreto universale di cosa significhi essere donna, non può aiutarla, la può solo accompagnare. È questa la delusione che fa capo a quello che lo psicanalista Jaques Lacan chiama ravage, ovvero quel momento in cui il rapporto-madre figlia va incontro a una catastrofe, proprio in virtù della stretta vicinanza data in partenza. Ecco che in adolescenza la migliore amica ricopre una rilevanza unica: funge da confronto ma anche da conforto, una spalla, una nuova coppia che permette la necessaria illusione di non essere sole.
E cosa accade sul lato della madre? Inevitabilmente una figlia adolescente impegnata in questo arduo compito di raccapezzarsi col femminile, porta la madre a confrontarsi e a rimettere nuovamente in gioco il proprio modo di essere donna, infondo si tratta di un processo che non si compie mai una volta per tutte.
Soffre ogni figlia nel doversi separare dalla propria madre ma soffre anche ogni madre a doversi separare dalla propria figlia.
Tornando alla sua domanda, credo sia importante che sua figlia possa contare sul poterle venire parlare quando lo desidera, senza che questo significhi un obbligo a farlo. Buona fortuna!

n.n

Ultime notizie

Dello stesso autore