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sabato, 6 Settembre 2025

BorGo Cinema, Via della Creatività: gli esiti della seconda residenza artistica

10.09.24 – 07:00 – Arrivati a Gorizia tre settimane fa, il costumista premio David di Donatello 2024, Sergio Ballo, l’attore e regista franco- tedesco Christopher Buchholz e il regista U35 Lorenzo Pallotta, hanno adesso concluso la seconda sessione di Via della Creatività. Il percorso di residenze artistiche che fa parte di BorGO Cinema, il progetto legato al cinema e all’audiovisivo promosso da quattro eccellenze cinematografiche di Gorizia (Palazzo del Cinema-Hiša filma, Cross-border Film School, Kinoatelje, èStoria). I tre ospiti hanno incontrato la stampa nella “Bottega delle storie” in via Rastello 57, sede di BorGO Cinema, dove hanno lavorato assiduamente in queste settimane.

«Dopo il regista sudafricano Medea, l’autore Gaudino e la cineasta Sandri in residenza a Gorizia nel mese di luglio» ha spiegato Francesco Ranieri Martinotti, Presidente Anac e direttore artistico di Via della Creatività, «abbiamo ospitato tre personalità dell’arte cinematografica molto diverse tra loro che si sono ritrovate a lavorare fianco a fianco e che hanno anche molto interagito e collaborato nel percorso di sviluppo dei progetti». Sergio Ballo, che si è concentrato sulla stesura di una sceneggiatura ispirata alla controversa figura di Aldo Finzi, ha spiegato di aver percepito nel corso del suo soggiorno goriziano le energie che stanno attraversando la città. «Venendo qui ho trovato un forte parallelismo con la storia che ho scritto e che ho avuto modo di completare», ha detto Ballo nel corso dell’incontro. «La mia storia non parla di luoghi di confine, ma riguarda la vita di un uomo che nessuno vuole più, di un uomo che non appartiene a nessuno, perché eroe, vigliacco, vincitore, sconfitto. Ebreo, fascista, partigiano… tutto e niente… quello che è certo è che fu tra le 355 vittime delle fosse ardeatine. Finzi, il mio personaggio, ha comunque “pagato il prezzo” di tante contraddizioni che il suo tempo storico gli ha proposto. Simili contraddizioni le sta attraversando oggi l’Europa, quella Europa in cui tutti, almeno la mia generazione, abbiamo guardato con speranza. Ora non posso fare altro che assistere all’innalzamento di nuovi muri, nuove barriere, nuove categorizzazioni tra buoni o cattivi con cui schierarsi… ascolto persino termini che speravo appartenessero alla storia e che sono oggi usati con una superficialità criminale. Forse, l’unica libertà, cui l’uomo può aspirare è quella del non luogo, è quella della non appartenenza… per questo mi ha affascinato la storia di Finzi».

Per Christopher Buchholz, con Gorizia c’è stato un amore a prima vista. Anche se la sua immaginazione gli ha fatto pensare quanto in passato dovesse essere più vivace e ammaliante. «Spero che i festeggiamenti del prossimo anno per la Capitale europea della cultura» ha sottolineato «siano d’aiuto, ma ci vorrà più tempo per uno sviluppo integrato tra cultura e turismo. Quando la Regione della Ruhr, dove ora vivo, ha chiuso l’industria del carbone e dell’acciaio, si è salvata investendo milioni di euro nell’arte. Questo ha contribuito a cambiare completamente la regione. A Tubingen, dove ho lavorato per anni, non hanno industrie ma si affidano a un grande programma culturale tutto l’anno e agli studenti. Spero di tornare qui con un’altra sceneggiatura e magari per presentare il mio documentario “Horst Buchholz…mio papa” o altre idee creative».

Anche per Lorenzo Pallotta, la residenza artistica è stata una vera sorpresa sotto ogni punto di vista. «La creazione del mio lavoro cinematografico, resa possibile soprattutto grazie alla collaborazione con gli altri artisti in residenza», ha raccontato «mi ha permesso di sperimentare e lavorare in totale libertà. Ho potuto confrontarmi con la materia e con il linguaggio cinematografico in modo artigianale e unico. Lavorare con il materiale d’archivio della città di Gorizia e non solo, mi ha permesso di fare un viaggio, anche se breve, nella memoria e nella cultura di un luogo ricco di contraddizioni ma anche di tanta storia. Durante la residenza, ho realizzato un cortometraggio sperimentale – che è stato presentato in anteprima nell’occasione – utilizzando esclusivamente materiale d’archivio amatoriale proveniente dalle città di Gorizia, Trieste e Udine. La sperimentazione dei vari linguaggi è stata fondamentale, così come il supporto e l’aiuto di Christopher Buchholz, che ha dato voce alle immagini e colore alla storia costruita».

[e.e.]

 

 

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