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giovedì, 16 Ottobre 2025

Inaugurata al MuCa ‘Da Vicino Nessuno È Normale’, la mostra per rendere omaggio ad Erwin Olaf

30.09.2024 – 16.21 Il progetto “Questa volta metti in scena…” ha inaugurato nella giornata di venerdì 27 settembre, al Museo della Cantieristica di Monfalcone, la mostra “Da vicino nessuno è normale”, per rendere omaggio a Erwin Olaf, celebre fotografo scomparso nel 2023. L’esposizione ha presentato una vasta gamma di opere (più di 50, tra cui quelle di Olaf stesso) di importanti artisti del panorama regionale, sia già consolidati, come il caso del duo CianographicSisters ( formato da Debora Vrizzi ed Emanuela Biancuzzi) e Gaetano Bodanza, e sia per giovani artisti emergenti, come Carlotta Cason.

Sabina Cauci, assessora all’ambiente di Monfalcone, ha espresso grande orgoglio per il Museo della Cantieristica di Monfalcone (MuCa), particolare ed unico nel suo genere, porgendo i ringraziamenti alla curatrice del progetto Lorena Matic, oltre che agli studenti ed insegnanti del liceo artistico Max Fabiani di Gorizia e del liceo artistico di Zurigo, presenti all’evento : “Questa mostra è davvero unica e stimolante – ha commentato Cauci-  Il tema di quest’anno sono le metamorfosi: le fotografie esposte richiedono una meditazione profonda, offrendo rappresentazioni stratificate e insolite”.

Ha preso poi la parola Lorena Matic, ideatrice e direttore artistico del progetto che, oltre a sottolineare la consolidata collaborazione con il Comune di Monfalcone, ha descritto la mostra come un vero e proprio intreccio di linguaggi dell’arte contemporanea, con opere che esplorano il tema della metamorfosi visiva e concettuale dell’individuo, spaziando in campi come fotografia, scultura, e pittura. Presenti all’esposizione anche due degli artisti attivi nella realizzazione del progetto: Gateano Bodanza, artista multi-disciplinare di Udine, e Carlotta Cason, giovanissima artista da poco laureatasi all’Accademia delle Belle Arti di Brera.

Centrali chiaramente i capolavori di Erwin Olaf, artista noto a livello internazionale non solo per essere stato il fotografo ufficiale della famiglia reale olandese e per marchi famosi come Diesel e Bottega Veneta, ma riconosciuto soprattutto per la sua  particolarità dei ritratti, estremamente teatrali e surreali. Olaf ha lasciato un’impronta indelebile in quella che è la fotografia moderna; le  sue opere sono state infatti esposte nei musei più importanti del mondo, dal Museo di Ludwig di Colonia al Central Museum di Utrecht,  e mostrano una combinazione di tecnica avanzata, con dei messaggi sociali molto profondi.  “Olaf nasce come fotografo negli anni ‘80 – spiega brevemente Lorena Matic – lì fotografa la parte più ‘underground’, un po’ più ‘borderline’, dove è lui stesso protagonista delle sue foto. Negli anni ‘90 si evolve,  fino a diventare un fotografo da studio, dove possiamo ammirare queste immagini ricostruite in modo molto preciso e puntuale, con una tecnica che sfiora quasi quella cinematografica. La capacità immensa di Olaf sta nel fotografare nero su nero e bianco su bianco, tirando fuori i colori tono su tono”

Gaetano Bodanza,  artista multidisciplinare di Udine presente all’inaugurazione dell’ mostra, ha presentato le sue opere mostrando una multi-disciplinarità che ha spaziato dai campi della scultura a quelli del digitale. Le sue sculture mescolano classicismo e tecnologia, come ad esempio una testa in polvere di marmo con un microchip, simbolo dell’alterazione genetica. Le sue opere pongono interrogativi sulla clonazione e sulle presenze spirituali, sfidando quelle che sono le percezioni tradizionali del bene e del male, tema affrontato anche in un’altra delle sue sculture esposte al MuCa:  “Ad oggi si cerca l’immortalità, la salute, la longevità – ha dichiarato Bodanza – Un po’ tutto quello che serve per un avvenire migliore. Io la prendo con ironia. Sono interessato a tutto ciò che possa essere significativo per poter dare un senso a questa vita che forse, come dice Vasco – ha commentato l’artista udinese – non ce l’ha.”

Citato ed introdotto anche il progetto di Debora Vrizzi ed Emanuela Biancuzzi, “Un_happy Ending”: si tratta di una serie di fotografie che ritraggono figure iconiche come Maria Antonietta e Marylin Monroe,  in travestimenti del tutto cinematografici. Le immagini di Vrizzi e Biancuzzi esplorano con ironia la mancanza di un lieto fine per queste principesse immortali, con un’incredibile combinazione tra arte contemporanea e cinema.

Iperrealismo e disagi mentali tema dei lavori di Carlotta Cason, giovane artista emergente, che ha esposto degli splendidi ritratti dal linguaggio surrealista, volti a raffigurare fisicamente e visivamente lo stato d’animo causato da alcuni disturbi mentali, come deficit dell’attenzione e disturbi legati all’alimentazione, veri e propri temi caratteristici  della nostra società. Il suo incredibile lavoro è stato quasi una sorta di continuazione della sua tesi di laurea all’Accademia di Belle Arti di Brera, improntata sulla pittura ad olio, ed è stato in gran parte influenzato dalle sue esperienze personali. “ Ho voluto esternare con questi quadri i disagi mentali – ha spiegato la giovanissima Cason – in futuro mi piacerebbe studiare altri disturbi e continuare su questo filo conduttore. Ad oggi ho sviluppato quelli più comuni, temi portanti della società odierna. Ogni quadro l’ho realizzato con istinto, mi sono confrontata con tante persone che soffrono di questi disturbi. Un esempio è quello del disturbo ossessivo- compulsivo, una mia amica ne soffre. Lei mi ha spiegato come vive questo disturbo, basandomi sulle sue sensazioni ho provato a dipingere. Il primo quadro però è partito da me: nel 2021 mi hanno diagnosticato il disturbo di deficit dell’attenzione e quindi ho provato ad esternarlo facendoci un quadro. Ho pensato fosse interessante sviluppare questo argomento, studiando ed affrontando altri disturbi.” 

La mostra, visitabile al Museo della Cantieristica di Monfalcone fino al 28 ottobre, dalle ore 10.00 alle ore 18.00, offre un percorso arricchito da audio-guide con la voce di Marco Ghersetich che, approfondendo le opere esposte, rendono  l’esperienza accessibile anche a un pubblico non vedente. Il progetto “Questa volta metti in scena…” è  ideato da Lorena Matic e prodotto dall’Associazione Culturale Opera Viva, con il sostengo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, assieme al contributo del Comune di Monfalcone, della SISSA, Fondazioni Casali ETS, Unione Italiana, CAN di Pirano, ZKB con il Comune di Trieste, il CRAF (Centro di ricerca e archiviazione della fotografia)  ed il Kulturni Dom Gorica.

[n.m] 

 

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