26.04.2025 – 14:17 – Il Sistema Sanitario Nazionale è in crisi, lo si nota dalle lunghe attese agli ambulatori, dagli appuntamenti fissati tra troppi mesi, dalla carenza di disponibilità di medici di base… Rendiamo il problema ancora più concreto: in Friuli Venezia Giulia un medico di medicina generale su due si trova ad assistere 1.500 pazienti, mentre ci sono solo 6 infermieri ogni 1.000 abitanti. Sono dati raccolti e pubblicati all’inizio del 2025 da GIMBE, fondazione che si occupa della diffusione di conoscenze del mondo medico-scientifico, con l’obiettivo di ridurre iniquità e disuguaglianze e garantire a tutti il diritto alla salute. Il quadro generale non è positivo per l’Italia, che in Europa, per il problema degli infermieri, si trova sopra solo a Spagna, Polonia, Ungheria, Lettonia e Grecia: quest’ultimo Paese conta poco meno di 4 infermieri ogni 1.000 abitanti, che in realtà è lo stesso numero che troviamo in Calabria, Sicilia e Campania.
La palese mancanza di personale medico in Regione è frutto di una serie di fattori destinati a peggiorare nei prossimi anni: invecchiamento della popolazione italiana, mancanza di laureati, salari inadeguati, finanziamenti nazionali insufficienti, dimissioni e cancellazioni dall’albo da parte dello stesso personale sanitario. Uno dei problemi che colpisce maggiormente i cittadini è la ricerca dei medici di base: in Italia mancano più di 5.500 medici, e entro il 2027 andranno in pensione 7.300. La criticità si trova in una ‘programmazione inadeguata, che non ha garantito il ricambio generazionale in relazione ai pensionamenti attesi.’ La professione ha perso sempre più attrattività, rendendo oggi spesso difficile per i cittadini trovare un MMG vicino a casa, con conseguenti disagi e rischi per la salute, soprattutto per anziani e persone fragili’, dice il Presidente di GIMBE Nino Cartabellotta.
In tutto il Friuli Venezia Giulia si contano circa 800 medici di medicina generale, cifra che ha subito un calo del -12,9 per cento tra il 2019 e il 2023 (la media nazionale è del -12,7 per cento, secondo i dati SISAC). Si possono quindi stimare 151 aree carenti di medici di base in Regione già all’inizio del 2024, e nel territorio di Asugi Isontino risultano scoperti 11 posti a Gorizia, 7 tra Farra e Capriva, 7 tra Monfalcone e Staranzano, 7 a San Canzian e 3 a Grado. I dati non sono destinati a migliorare, dal momento che il ricambio generazionale trova dei significativi intoppi. Tra il 2024 e il 2027 diversi medici raggiungeranno la soglia di pensionamento, fissata a 70 anni, e il numero dei futuri medici di base è largamente insufficiente a coprire il nuovo fabbisogno.
Per comprendere questo problema bisogna guardare ai numeri annuali delle borse di studio ministeriali per il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale. Secondo il Ministero della Salute e i dati forniti dalla Provincia Autonoma di Bolzano, nel 2024 i partecipanti al concorso nazionale sono stati inferiori ai posti disponibili: 2.240 candidati per 2.623 borse, con un gap di 383 posti (-15 per cento). In Friuli Venezia Giulia il numero di partecipanti al bando sul numero di borse finanziate è in positivo, al 20 per cento, sotto solo a Sicilia, Lazio, Campania e Abruzzo, ma i numeri sono comunque insufficienti, considerando anche la percentuale di medici in formazione che, alla conclusione degli studi, vanno all’estero, attratti da salari migliori.
Il trend negativo è alimentato dalla diminuzione della quota di spesa sanitaria pubblica destinata a questo campo, che è scesa dal 6,2 per cento nel 2012 al 5,2 per cento nel 2023: in questi 11 anni il personale dipendente ha perso 4,93 miliardi di euro. Cartabellotta esprime i timori di tutti gli esperti di fonte alla situazione: ‘se la professione di MMG continuerà a perdere attrattività, il rischio concreto è lasciare milioni di persone senza medico di famiglia, peggiorare la qualità dell’assistenza territoriale e compromettere la salute delle persone, soprattutto dei più anziani e fragili. Oltre, ovviamente, a legittimare il flop della riforma prevista dal PNRR, per la quale abbiamo indebitato le generazioni future’.
[a.c.]