16.05.2025 – 11.37 – Aprire il rubinetto e riempirsi un bicchiere d’acqua per bere, farsi una doccia, non avere ‘l’acqua alla gola’ quando si deve pagare la bolletta di un servizio essenziale e indispensabile: azioni scontate, ma che purtroppo non lo sono per tutti. Per questo motivo è in corso, a livello nazionale e locale, un dibattito sul ruolo dei gestori privati negli impianti idrici. Per capire questo ritaglio di attualità, bisogna fare un passo indietro, verso i referendum abrogativi del 2011. Tra il 12 e il 13 giugno 26 milioni di cittadini italiani decisero che sull’acqua non si poteva più fare profitto: in particolare, si è espressa la volontà di abrogare parte delle norme che determinano la tariffa per l’erogazione dell’acqua, nella quale è compresa ‘l’adeguata remunerazione del capitale investito’ dal gestore. Questo significa che prima del giugno 2011 il ‘bilancio idrico’ doveva tenere conto di un tasso di remunerazione fissato al 7 per cento, a favore del gestore privato. Con la vittoria dei ’sì’ al voto referendario ci sarebbe stata solo una copertura integrale dei costi, senza nessuna remunerazione.
Forti del riconoscimento da parte delle Nazioni Unite (26 luglio 2010) del ‘diritto all’acqua potabile e sicura’ come diritto umano essenziale, in Friuli Venezia Giulia il 95,6 per cento dei votanti (affluenza registrata del 58,20 per cento) ha barrato il ’sì’. Anche la Provincia di Gorizia si era espressa la volontà di pubblicizzare il servizio idrico integrato: in particolare, su 70.789 votanti (62,76 per cento degli elettori) 67.574 hanno risposto sì, contro 2.576 no. Ad oggi alcune voci parlano di ‘referendum tradito’: in questi 14 anni si sono svolte varie manifestazioni nazionali per riconoscere la validità dell’esito positivo, dal momento che i vari governi, di destra e di sinistra, non hanno promulgato delle leggi adeguate per far rispettare il diritto all’acqua pubblica.
Per i costi dell’acqua nel Friuli Venezia Giulia i dati ci vengono forniti da Cittadinanzattiva: di fronte una media regionale di 455 euro per un consumo di 182 metri cubi, la Provincia di Gorizia si colloca abbastanza vicino, con 450 euro di bolletta. Si aggiunge un altro problema, la dispersione idrica, ovvero la quantità di acqua che esce dai sistemi di gestione idrica, sostanzialmente, acqua persa e sprecata. La nostra Regione registra una perdita media del 31,8 per cento. Nella Provincia di Gorizia gli impianti perdono il 51,9 per cento dell’acqua; è un dato comunque che ci rincuora, soprattutto se pensiamo al 70 per cento della dispersione idrica nella Provincia di Potenza.
Nonostante l’amarezza delle cifre delle bollette, complice il tracollo economico degli ultimi anni, il sistema tutto sommato funziona. Sappiamo di essere una delle Regioni in cui le persone si ritengono maggiormente soddisfatte del sistema idrico: solo il 13,1 per cento non si fida a bere l’acqua del rubinetto, mentre il 2,4 per cento denuncia delle irregolarità nell’erogazione dell’acqua. Cifre comunque molto basse, se consideriamo le medie nazionali, 28,8 per cento degli italiani non beve l’acqua dal rubinetto e per quasi il 9 per cento delle persone il sistema funziona male (ad alzare la media sono le isole, in particolare la Sicilia, dove il 29,5 per cento delle persone rischia spesso di trovarsi senza acqua).
Ricordiamo che il sistema idrico del Friuli Venezia Giulia è gestito dalle aziende private, tra cui le più discusse AcegasApsAmga e irisacqua. Nel 2017 si è costituita l’Agenzia Unica per il Servizio Idrico e Rifiuti (AUSIR), che ha deciso di intraprendere un percorso di collaborazione tra le società di gestione, in modo da potersi avvicinare ai Piani di Sicurezza delle Acque. In particolare, i Gestori del servizio idrico integrato di tutta la Regione si sono impegnati nel progetto Smart Water Management. L’obiettivo di primo interesse è la riduzione delle perdite d’acqua sulle reti di distribuzione: si prevede entro il 2026 un calo del 13 per cento. A sostegno di questo progetto è stato approvato un finanziamento dell’importo complessivo di 37,4 milioni di euro provenienti dal PNRR.
[a.c.]