25.10.2022 – 08.00 – “Raggiungere un obiettivo importante come l’apertura del nuovo Centro per i disturbi del neurosviluppo e psicopatologia dell’età evolutiva ha un valore doppiamente importante perché l’impegno che Regione, azienda sanitaria e associazioni hanno profuso per arrivare al traguardo si è snodato durante il difficile e complesso periodo della pandemia”.
È il pensiero congiunto del governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e del vicegovernatore e assessore con delega alla Salute Riccardo Riccardi, intervenuti questa mattina a Monfalcone, all’ospedale San Polo, per la cerimonia di taglio del nastro del nuovo Centro territoriale, evento a cui ha preso parte anche l’assessore regionale Sebastiano Callari e il sindaco Anna Maria Cisint. Presenti all’evento anche i referenti di “dinAmici”, associazione ideatrice del progetto divenuto realtà grazie anche a supporti e sostegni di tipo privato.
“L’opera è stata co-finanziata dalla Regione che ha stanziato un fondo di oltre 1,4 milioni di euro, a testimonianza della grande attenzione per il territorio e per chi necessita di questo tipo di servizio. – hanno proseguito Fedriga e Riccardi – La collaborazione e l’alleanza strette su più livelli per dare risposte adeguate e appropriate ai bisogni di salute della comunità è la chiave per affrontare il difficile momento che stiamo attraversando e gli anni altrettanto impegnativi che ci attendono”.
“Il progetto che è stato portato a compimento con il taglio del nastro – hanno rimarcato il governatore e il vicegovernatore – va nell’unica direzione possibile che possiamo percorrere adesso nel segno della sostenibilità, in un contesto in cui la tensione che vive il sistema sanitario italiano va oltre le risorse economiche e finanziarie, per la carenza di professionisti della salute”.
“L’iniziativa che ha portato alla creazione di questo centro ha visto un percorso pienamente condiviso col territorio. – hanno poi aggiunto i due – Sono scesi in campo in sincrono sindaci, istituzioni e associazioni, con il fine primo di cogliere subito i bisogni delle persone con necessità e delle loro famiglie, laddove si manifestano. È un esempio del modello di integrazione sociosanitaria che vede l’ospedale come punto di riferimento per il solo momento acuto dell’emergenza e della malattia, e della struttura territoriale per la gestione del prima e del dopo acuzie”.
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