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sabato, 6 Settembre 2025

UIL Scuola FVG, ridurre il numero di allievi nelle classi per evitare gli accorpamenti

06.10.2023 – 08.00 – Il calo demografico è un tema quanto mai attuale per una Regione come il Friuli Venezia Giulia che, stando ai dati registrati dal Censimento permanente della popolazione riferito al 31 dicembre 2021, conta 1.194.647 residenti e, rispetto al 2011, diminuisce del 2,1%.
Una decrescita demografica che risulta, considerando nello specifico l’ambito scolastico, particolarmente impattante per scuole e istituti. Ciò accade soprattutto a Gorizia, provincia che, essendo un territorio con un numero di abitanti decisamente inferiore rispetto a Trieste, Udine o Pordenone, rischia maggiormente di vedere i propri istituti accorpati o, ancor peggio, chiusi definitivamente.
E se la chiusura di alcuni istituti, in presenza di un numero di iscritti vicino allo zero, pare essere l’unica soluzione, lo stesso non si può dire per gli accorpamenti che minano decisamente alla specificità dei singoli istituti.
Nonostante in città siano già presenti alcuni modelli legati a questa pratica, basti pensare ad esempio al Polo Liceale, l’ISIS D’Annunzio – Fabiani e l’ISIT Galilei – Fermi – Pacassi, ciò non significa che il piano dell’accorpamento sia il percorso ideale da seguire. Oltre alle identità dei singoli istituti, aspetto che andrebbe completamente perduto, corrono forti rischi anche la qualità dell’insegnamento, messo in discussione dinanzi a classi più numerose, e i posti di lavoro per i dirigenti scolastici, i DSGA, i docenti e tutto il personale ATA.

“È vero che c’è un calo demografico che porta a un numero minore degli alunni nelle scuole, ma questo non necessariamente significa che debbano essere accorpati gli istituti. Il decreto ministeriale esclude dal dimensionamento le aree geografiche in cui vi sono lingue minoritarie. L’assessore all’Istruzione, Alessia Rosolen, che sta svolgendo un lavoro serio, faccia valere i suoi contatti al ministero per ottenere una delega speciale per il Friuli Venezia Giulia, regione con tre minoranze linguistiche diffuse sul territorio, per ridurre gli alunni a 16-17 per classe ed evitare gli accorpamenti delle scuole”.
Questo il suggerimento del segretario regionale di UIL Scuola Rua del Friuli Venezia Giulia, Ugo Previti, all’indomani dell’audizione in Consiglio regionale in cui l’assessore Rosolen ha presentato il decreto ministeriale per il dimensionamento degli istituti scolastici, volto alla riduzione, visto il trend demografico negativo.
“Non è vero che unendo gli istituti si perdono solo dirigenti e DSGA – prosegue ancora Previti -, ma con gli accorpamenti rischiano il posto di lavoro anche i docenti e il personale ATA, perché ci sono meno classi. D’accordo se ciò accade in un plesso o in comuni dove di fatto non ci sono più bambini, in questo caso chiudere è normale, ma dove gli alunni sono in media 27 per classe si potrebbe attuare il seguente provvedimento: riducendo il numero di ragazzi a 20 sarebbe infatti possibile mantenere invariato numero di classi, aspetto che, oltre a ‘salvare’ la scuola del Friuli Venezia Giulia, permetterebbe anche di aumentare sensibilmente la qualità dell’insegnamento e del lavoro per il docente”, conclude il segretario UIL Scuola Rua.

[a.f.]

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