21.07.2025 – 09:00 – Sono state svelate le quattro Panchine Narranti, realizzate da altrettanti artisti, che da venerdì impreziosicono Borgo Castello: quattro opere di arredo urbano nel cuore del centro storico di Gorizia, ispirate alla natura, alla storia, alla tradizione e all’enogastronomia goriziana, che ne raccontano la bellezza grazie a una narrazione multi-linguaggio. Le Panchine Narranti, arricchite da vere e proprie opere scultoree, rappresentano un ulteriore passo in avanti nella rigenerazione urbana in atto nel borgo ai piedi del Castello simbolo della città grazie al PNRR Bando Borghi, di cui Confcommercio Gorizia è soggetto attivo da oltre un anno come capofila de La Via del BorGO.
Con l’installazione delle Panchine Narranti, Confcommercio Gorizia vuole valorizzare lo spazio pubblico di Borgo Castello, rendendolo più attrattivo e funzionale, promuovere l’identità locale attraverso l’arte e la cultura materiale del territorio, coinvolgere artisti locali, favorendo la produzione artistica contemporanea anche come elemento di valorizzazione della tradizione e migliorare l’esperienza urbana, offrendo ai cittadini e ai visitatori spazi di ritrovo arricchiti da elementi simbolici e di pregio.
Le panchine di Confcommercio Gorizia sono anche quattro opere narranti, come suggerisce il loro nome: narrano attraverso l’arte che le caratterizza ma anche attraverso un racconto multi linguaggio corale composto da approfondimenti multimediali ideati e realizzati dallo staff di progetto di Confcommercio Gorizia e dall’Associazione Examina. Ogni panchina ospita quindi un manufatto artistico ispirato a un tema identitario del territorio e, grazie a un QR Code, dà accesso a specifici contenuti digitali: un video con l’artista che racconta la genesi dell’opera, un racconto animato curato da Armando Polacco in arte “Miron”, fumettista triestino, e una galleria fotografica dal titolo “Scorci goriziani”, con immagini evocative di Borgo Castello: un percorso per immagini che restituisce suggestioni visive, dettagli urbani, atmosfere quotidiane e scorci inediti.
Le quattro Panchine Narranti di Borgo Castello:
– LA PANCHINA DELLA NATURA – La Panchina della Natura di Damjan Komel, dedicata al fiume Isonzo, si trova in Viale D’Annunzio, sul marciapiede lato civici pari, in prossimità della curva che porta alla Porta Leopoldina, storico accesso a Borgo Castello. È dedicata a Karl von Czoernig-Czernhausen, funzionario e studioso austriaco che contribuì alla fama turistica di Gorizia come “Nizza austriaca”. Il fiume viene rappresentato in modo fluido e dinamico, evocando la forza naturale e storica dell’Isonzo, elemento fondante della geografia e dell’anima del territorio. La scultura “Soča Isonzo” si basa sull’idea del flusso del fiume Isonzo. La narrazione converge con il poema di Gregorčič sull’Isonzo, che nella visione dell’artista appare come un fiore tempestoso, illuminato sotto forma di spirale. Questa scultura rappresenta il flusso di felicità che unisce le due Gorizie, promuovendo una crescita comune culturale e sociale. L’opera è composta da un alveo scavato nel marmo Grigio Carnico con una texture realizzata a mano mediante punta e bocciarda, mentre il fiume Isonzo è raffigurato in bassorilievo in bronzo patinato verde-blu. La scultura, ancorata alla base, può fungere anche da schienale della panchina.
Damjan Komel: “Come tutti i goriziani, sono affascinato dal colore verde smeraldo del fiume Isonzo, protagonista che ispira la panchina che ho realizzato. In passato ci sono stati molti poeti che hanno descritto e raccontato questo fiume e personalmente ho cercato, nella mia opera, di rappresentare le forme che lo caratterizzano e in particolare il letto curvo del fiume, frutto del movimento dell’acqua. La scultura ripercorre il percorso del fiume, nasce come un fiore di benessere a forma di spirale, attraversa le montagne, dal punto in cui nasce fino alla foce nel mare Adriatico. La scultura è un invito a vivere un’esperienza immersiva nella natura e conoscere la ricchezza del fiume Isonzo”.
– LA PANCHINA DELLA TRADIZIONE – La Panchina della Tradizione di Lara Steffe, dedicata al merletto goriziano, è situata in Via Rastello, all’altezza del civico 52 (dove si trova la Bottega del Cappello di Confcommercio Gorizia), nella piazzetta che fa angolo con via delle Monache, oggi rinata come polo culturale e creativo. È dedicata alle suore Orsoline, che introdussero e diffusero l’arte del merletto in città. L’opera è una scultura in metallo che rievoca l’eleganza, la raffinatezza e la complessità del merletto locale, arte di grande pregio del territorio, restituendo valore a una sapienza artigianale femminile quasi dimenticata. La scultura raffigura una giovane figura femminile, realizzata in marmo e bronzo. La parte in bronzo rappresenta il vestito della figura, ornato da decorazioni finemente lavorate a merletto, richiamando esplicitamente la tradizione dei merletti goriziani. Il contrasto tra la durezza del bronzo e la delicatezza del merletto simboleggia la fusione tra la forza della materia e la raffinatezza dell’artigianato locale. La scultura è un tributo alla cultura locale, alla manualità artistica e alla sensibilità dell’animo femminile, incarnata nel volto e nell’abito della giovane donna.
Lara Steffe: “Quello che vorrei suscitasse la mia scultura è la curiosità verso la storia e la tradizione del merletto goriziano. Ma anche il collegamento fra passato e contemporaneo, dato che l’opera è stata realizzata anche grazie all’utilizzo della tecnologia. Questa scultura è un tributo alle donne goriziane e alla loro delicatezza nella lavorazione del merletto: documentarmi su questa tradizione per realizzare al meglio l’opera è stata per me un’esperienza di crescita personale davvero arricchente”.
– LA PANCHINA DELLA STORIA – La Panchina della Storia di Stefano Comelli dedicata al cancello di via Rastello è situata all’intersezione dell’antica via del commercio con Piazza della Vittoria, crocevia di storia mercantile e architettura veneziana. È dedicata a Leonardo, ultimo conte di Gorizia e figlio di Enrico VI di Gorizia e Caterina Garay. Un’opera che reinterpreta l’antico cancello del Borgo come simbolo di trasformazione e futuro. Il cancello diventa metafora del superamento delle barriere interiori e collettive, mentre il colore rosa, scelto per la sua capacità di evocare sensazioni di accoglienza e positività, contribuisce a ridefinire il cancello come luogo simbolico di passaggio e rinascita, sottolineando la reinterpretazione di un oggetto tradizionale in chiave simbolica e contemporanea.
Stefano Comelli: “La panchina che ho realizzato è il frutto di un lavoro concettuale sul simbolo del cancello, elemento oggi non più visibile in via Rastello ma storicamente caratterizzante di questa via. L’opera è un invito ad andare oltre, ad aprire nuovi orizzonti grazie a un cambio di prospettiva, mentalità e modo di vedere le cose. Un altro elemento fondamentale è il colore rosa, solitamente attribuito nella cultura occidentale al mondo femminile ma che simbolicamente rimanda alla positività, all’accoglienza e alla felicità”.
– LA PANCHINA DELL’ENOGASTRONOMIA – La Panchina dell’Enogastronomia di Paolo Figar dedicata all’uva e al mastelùt si trova infine in Piazza della Vittoria, sopra alla gradinata che conduce all’ingresso del Palazzo del Governo, uno dei cuori pulsanti della città. È dedicata a Giovanni Glessig, un offelliere (pasticcere) goriziano. Un trittico in pietra grigia raffigura la Rosa di Gorizia, un tralcio d’uva e un “vaso di mostarda”. L’opera celebra le eccellenze enogastronomiche del Goriziano, i sapori e la cultura del cibo come patrimonio identitario, con un richiamo alla produzione vinicola e culinaria della zona. L’opera è composta da tre elementi plastici in pietra Lipica grigio unito: l’elemento centrale è denominato “Vaso di mostarda” mentre i due elementi laterali ad arco rappresentano rispettivamente la Rosa di Gorizia e il tralcio d’uva.
Paolo Figar: “L’opera si intitola Convivio, tre elementi in pietra grigia si dispongono sul piano della seduta invitando le persone a sedersi sui due lati per incontrarsi. Queste pietre scolpite rappresentano ognuna un prodotto eccellente del territorio goriziano: l’uva del Tocai, la rosa di Gorizia e il vaso di mostarda ispirato a un esemplare antico conservato dai Musei Provinciali di Gorizia. I due archi intagliati nella pietra offrono appoggio a un vassoio o a un calice: essendo appiattiti alla sommità rappresentano un invito a regalarsi un momento conviviale”.